venerdì 31 maggio 2013

Lettera aperta a Fabrizio Barca

Caro  Barca,

ho ascoltato attentamente il “faccia a faccia “ con Walter Veltroni, condotto sulla Sette da Enrico Mentana, anche per stima nei suoi confronti,  come il più efficiente dei ministri del governo Monti (del quale non avevo molta considerazione), e anche perché interessata alla sua adesione alla manifestazione  Fiom   del 18 maggio, dopo la pubblicazione del suo Manifesto.

Ma devo confessarle, a mio rincrescimento, di essere stata delusa dal vostro contrappunto: mi permetto di dire che avete parlato tutto il tempo in politichese, e che la differenza della vostra visione  sull’azione del PD è risultata chiara solo quando lei ha difeso  la posizione di Nicky Vendola dall’accusa di estremismo rivoltagli da  Veltroni, con preciso riferimento alla sua linea aperta di politica economica in Puglia, dove è governatore.

Veltroni era stato contrario all’alleanza Bersani-SEL, e nel 2008 aveva voluto rompere con l’’alleanza prodiana.   Era per lui intollerabile  Ferrero di R.C.,che manifestava in piazza per il suo elettorato contro il governo di cui faceva parte.  Meglio quindi andare da soli. Secondo Veltroni l’Ulivo era fallito: e non si doveva nemmeno nominare Berlusconi , per finirla con la linea dell’ anti -berlusconismo  militante.

Lei si è detto diplomaticamente  non interessato a capire chi erano i 101 che hanno votato contro Prodi Presidente della Repubblica, ma secondo me quei 101 si riferivano chiaramente alla posizione anti-Ulivo  e anti sinistra, nata nel 2008.

Personalmente non ho votato PD alle ultime elezioni, ma per Rivoluzione Civile e al Senato per SEL: considero la piattaforma economica di Ingroia deciso a confiscare i beni dei mafiosi, dei corrotti e degli evasori acclarati  l’unico modo serio per ricuperare le risorse sottratte all’erario, ed effettuare le riforme economiche e sociali per uscire dalla crisi, nei prossimi 5 anni.

Il PD è un partito che considero  mal riuscito perché su molti temi gli eredi della DC e del PCI sono ancora troppo distanti. Una mescolanza impossibile. Se abitassi a Roma voterei per Ignazio Marino, molto critico di molte posizioni del PD.

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2)

Ritengo assolutamente deplorevole che nel dibattito politico odierno, tanto alla TV che sui giornali, non si sia ritornati su quell’articolo di Federico Rampini che raccontava dei grossolani errori di calcolo di due economisti liberisti, Carmen Reinhart e Kenneth Rogoff, che volevano dettare agli Usa  ( senza per fortuna riuscirci), la linea dell’austerity,  ma  l’hanno purtroppo  dettata  all’Europa del PPE e alla Germania della Merkel  , basandola  sul  pareggio dei conti, con la golden rule del rapporto deficit-pil al 3%, affermata fin dal 1992 col trattato di Maastricht, fino all’ultima ciliegina sulla torta: il fiscal compact,  inserito in Costituzione dal governo Monti.

Nessuno dei tanti economisti presenti alla Bocconi, compreso l’ex-rettore prof. Monti, si era accorto degli errori di calcolo dei due guru: è stato un modesto studente di economia ad Harvard, che in una sua tesina, è andato a ripercorrere  il loro itinerario, scoprendo che si erano dimenticati di alcune colonnine di cifre presenti nel programma Excell.

 Avremmo desiderato che i nostri migliori giornalisti (Gruber, Sardoni e Agorà su Rai 3),  avessero invitato economisti bocconiani e politici , incominciando da Monti e da E.Letta, su questo caso clamoroso, non solo per sapere che ne pensassero,  ma anche per conoscere la prossima linea di politica economica, dal momento che, malgrado l’Italia sia stata assolta dal delitto di infrazione dei conti pubblici, rimarrà una sorvegliata speciale e i soldi  europei,  necessari contro la crisi e la disocuupazione, arriveranno solo nel 2014.

 Del problema  se ne è occupato solo l’intelligentissimo Crozza , nel  suo Paese delle Meraviglie,  che ha messo in relazione questo articolo di Rampini  sull’errore dei guru   con la prassi di politica economica del Rigor Mortis, che ha affamato lavoratori, pensionati e imprenditori, in tutta l’Europa del Sud, spingendo addirittura al suicidio vari soggetti nel nostro paese, e che secondo Letta dovrà essere mantenuta come un impegno fondamentale.

In nome del rigore sui conti pubblici quindi  l’Iva crescerà di 1 punto, colpendo ulteriormente i consumi già al ribasso, il tutto per arrivare alla parità di bilancio,  in fine 2013: il mito dei due guru e di Mario Monti.

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Sempre Rampini sottolinea in un altro articolo che invece Obama non si è fatto incantare dai due liberisti: ha detto no all’austerity e al pareggio di bilancio, reclamati dalla destra repubblicana, e ha praticamente seguito una linea keynesiana alla Rooswelt , elargendo soldi pubblici alle piccole , medie e anche grandi imprese, come la Krysler, finanziando infrastrutture ed energie rinnovabili, senza dimenticare le famiglie dei disoccupati, impegnati con i mutui, che rischiavano, dopo la perdita del lavoro, di restare anche senza casa. (cosa che da noi continua a succedere!) .

Ha avuto ragione: l’economia americana è in ripresa, la disoccupazione  è solo all’8% , il PIL è aumentato, e Moody ha restituito agli Usa la tripla A.

 Che dire? L’economia è una cosa troppo seria per essere affidata  solo agli economisti, che da specialisti quali sono, perdono di vista il quadro sociale dell’insieme, formulando programmi di governo impossibili da mantenere in tempi di grave crisi, oppure, come fanno alcuni,  suggerendo di tornare alle monete nazionali!...

Per questo io penso,caro Barca, che un dibattito pubblico  sugli errori di Raynardt e Rosemberg sia capitale, per indurre il presente governo ad una maggiore autonomia rispetto alla linea europea Merkel- Barroso- Von Rompuy

Conclusione:

Bisogna che lei chiarisca se non sia  urgente rinegoziare con l’Europa tutti i trattati, da quello di Maastricht fino al Fiscal Compact, dal momento che emergono ogni giorno proposte di referendum contro l’euro e contro questa Europa.(Grillo e la Lega sarebbero d’accordo).

Noi cittadini vogliamo gli Stati Uniti d’Europa, con una politica monetaria espansiva, (la BCE come la Fed),una  riforma fiscale  uniforme per tutti i paesi, che assicuri al Ministero del Tesoro europeo un congruo gettito,  al 23% del Pil, per alimentarne in modo consistente il bilancio,  per fargli assimilare i vari debiti  nazionali, una Unione bancaria Europea per finanziare i progetti di crescita, con un Presidente eletto a suffragio universale e un vero Governo, (non una Commissione agli ordini della Germania) suffragato da 2 Camere, (il Parlamento esistente  a Strasburgo, con maggiori poteri legislativi e  un Senato, che sostituisca il Consiglio europeo,  che sia interprete degli interessi nazionali di ciascuno Stato)

Questo perché l’Europa possa parlare con voce unica in  materia di politica estera e in materia di difesa  militare unica. Un bel risparmio sulle spese nazionali di 27 eserciti.

 Le elezioni del 2014 dovrebbero dar luogo a un’Assemblea Costituente, e sfociare in una bella Costituzione Europea.

 In Italia  per le   Riforme istituzionali  occorreranno almeno 18 mesi, e intanto abbiamo perso una bella occasione, quella   di abrogare il Porcellum , una legge infame che ci ha tolto la possibilità di scegliere i nostri rappresentanti, che ha dato un premio di maggioranza  esagerato, anti-costituzionale,  tornando  a quella di Mattarella: la ragione per la quale mezzo PD non ha votato la proposta di Giachetti è proprio per non costituire un Parlamento una maggioranza variabile, con il supporto dei Grillini, ma soprattutto per non far tornare in Parlamento, con la quota proporzionale , i gruppi come R.C. e come i movimenti (Azione civile, Alba ecc.), che il Porcellum aveva per sempre  esclusi dall’Aula. Era un modo di premunirci contro eventuali capricci del Cavaliere, che ha tanti problemi con la Giustizia, da proporre ogni giorno un nuovo ricatto. Ancora una volta non ci siamo riusciti .

Qual è la sua posizione al riguardo? Invierò questa lettera a un’amica comune, Silvia Berti, nella speranza di avere da Lei un cortese riscontro

Uscirà  nel mio blog: su maramuscetta.blogspot.it

Cordiali saluti, Mara Muscetta

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