lunedì 19 dicembre 2011

ACCIAIO “ : UNA T.A.C PER L’ITALIA

Essere come  uno  stelo,
 essere come  l’acciaio,
nella  vita  in  cui tanto  poco  possiamo
con cioccolata curar la  tristezza
e ridere  in faccia  a  chi  passa
Questi  versi potrebbero  essere  la  cifra  poetica  di  due  adolescenti toscane, protagoniste  del  romanzo di  Silvia  Avallone, Acciaio, insieme  alle  loro  famiglie, nella  Piombino popolare di  Via  Stalingrado, all’inizio  del  XXI°  secolo.
I  versi  sono  stati  scritti da  Marina  Tsvietajeva in  Russia, nel 1918,  in  piena  rivoluzione  e  in  piena  guerra  mondiale, quando  la  Russia  aveva  fame  e  freddo,  alla  vigilia  dell’Anno  Nudo. 
Il  romanzo, “Acciaio”,( Rizzoli,  2009),  che  ho letto  di  un  fiato, è per  me  una  vera t.a.c, dell’Italia odierna, di un’Italia  malata,  dove  tutto  è  inquinato :  i  discorsi,  dalle  escandescenze e  dagli  insulti, l’aria, dal  fumo  della  acciaieria, la   Lucchini  S.P.A, le  spiagge  dalla  spazzatura, le  relazioni  familiari dalla  miseria. E senza ideali.
“ La  vita, un  sobborgo dove  non  si  può  vivere”,-  diceva  Marina  T- ,  esule  a  Berlino  nel  1922, col marito al  fronte, capitata, per  carenza  di  mezzi, in  un  quartiere  operaio  di  periferia.
I casermoni  popolari,  costruiti  con  buona  volontà,  dalle  giunte  di  sinistra, con  vista  mare, (e  non  con  vista  fabbrica), guardano  all’Elba  come  al    paradiso  dei  tedeschi  e  dei  milanesi, ma per  tutti  i loro,abitanti  di  Via  Stalingrado,  impossibile.
A  Piombino, - scrive  Silvia  A- .“Il  mare  e  il  muro  dei  casermoni sembrano  la  vita  e  la  morte che  si  urlano  contro …
Sono  tutti  uguali, con  la  facciata  che  somiglia alla  parete  dei  loculi  di  un  cimitero”.
A  Piombino,  l’ex  acciaieria  Ilva,  dotata  di  4  altoforni, ora  ne  ha  solo  uno. Molti  i  licenziati. E  i  casermoni,  costruiti  negli  anni  Cinquanta, completamente  degradati,  nessuno  pensa  a  restaurarli.
Ilva,  era  il  nome  etrusco  dell’Elba,  perché  anche   2   millenni  fa   si  estraeva  il  ferro  dalle  sue  miniere  per fabbricare   armi.
Rispetto a quelli  che  lavoravano  alla  vecchia  Ilva, oggi  i  salariati,  operai  e  impiegati, sono   ridotti  a  1 terzo,perché   un’importante  partecipazione  finanziaria di   capitale    russo  ha  richiesto vistosi   tagli  di  personale. Ed  è  così  che  la  gloriosa  fabbrica del  passato è’  diventata la triste  Lucchini  S.p.a, che  fabbrica  di  tutto:  rotaie, binari, componenti  per  bastimenti, armi, ma  dove  i  top  managers  continuano   a  licenziare gli  italiani,  perché  il  costo  dei    rumeni, ukraini  e  marocchini  è  decisamente  più  conveniente. Delocalizzare dunque.
                                    ***
Marina T.  ha 30  anni  quando  fugge  da  Mosca  per  rifugiarsi a   Berlino,con  sua  figlia Alia , insieme a   tanti  altri  scrittori  e  artisti, privati  della  loro  libertà,  (1922)
Abitava  in  un  quartiere  di  periferia. Lo  vedeva.  C’era  chi  stava   peggio  di lei.  Scrive allora  un  breve  poema:
“Quelli  delle  fabbriche”.
                     “Stanno  con  tetraggine  operaia
                      I  corpi  di  fabbrica  anneriti  dal  fumo
                      Sopra la  fuliggine scuotono  i  ricci
                      I  cieli, mossi  a  pietà.
                     Verso  la  fumosa orfanità  dell’osteria
                    Si  trascina un  berretto  unto di  grasso.
                    L’ultima  sirena  della  periferia
                   Ulula,  chiedendo  giustizia.
                   Il  suo  penoso ululato
                   Azzanna  la  vostra  sazietà  di velluto
                   E  Dio? Affumicato fino  alla  fronte
                              Non  interviene 

 Versi  che potrebbero   essere, a 90  anni  di  distanza,  un  commento  di  fuoco  al  romanzo  di  Silvia  Avallone.        
2)Personaggi  e  vicende.
Enrico, metalmeccanico   grande e corpulento,  a  riposo  in
 un  giorno  festivo,  segue  preoccupato  e  geloso col  cannocchiale  la  figlia  Francesca, sulla  spiaggia  di  fronte.
Orrenda.  “Sabbia  mescolata  a  ruggine,e a immondizia, cumuli  e  cumuli  di  alghe  che  il  Comune  non  rimuoveva, e  quando  il  sole scioglieva  l’asfalto, l’afa ammorbava  l’aria, e le tossi  espulse  dalle  ciminiere della  Lucchini,ristagnavano  sopra  la  testa”.
Il  degrado  ambientale fa  parte  del  quadro..
“Come  cazzo  va  in  giro  conciata tua  figlia ?- urla  Enrico  alla  moglie  Rosa,  che  avvilisce  dentro  un  secchio. mentre, su  un  altro  balcone Arturo,  padre  di  Alessandra,  l’amica  del  cuore  di  Francesca, dice  alla  moglie,  Sandra: 
“Visto  che  sono  stato  licenziato,  perché  rubavo  il  gasolio alla  fabbrica, vado  anch’io  in  spiaggia. Oggi  è  bello.
 Nato  a  Procida,  era  stato  prima  borseggiatore,  poi  operaio  e  poi  caporeparto.
Cera  tutto  da  pagare in  casa : la rata degli  elettrodomestici, l’affitto,  ma  lui  si  era  giocato lo  stipendio  a  poker. Sandra, molto  politicizzata,diffonde i volantini  di  Rifondazione  comunista, lavora, legge  almeno 1  giornale ogni  mattina,  ma  è  sconfortata. Dal  marito  nessun  soccorso. “Perché  lo  ha  sposato,‘sto  disgraziato”?-si  chiede.
Il  sabato  sera   il  loro  figlio  Alessio  esce  dalla  fabbrica, si  precipita  nella  doccia  per  scartavetrare il  nero  Coke  dalla  pelle. Il  lavoro?  Prima  portava  la  ghisa dall’altoforno  ai  convertitori, ma  ora  lavorava  sul  carroponte.
 Uno  da  fuori  non  può  capire che  cosa  significa  trasformare tonnellate  e  tonnellate  di  materia, la  più  dura  che  esista. Alessio è  sfiancato  dopo  il  turno notturno  di  8  ore ,all’interno  dell’altoforno.
Guardava le  colate continue  dell’acciaio quando  hanno  il  colore  del  sangue ... Acciaio  fuso  che  cola  in  siviere,  acciaio  incandescente che  diventa  prodotto  di  mercato,  profitto,  salario,connessione  fra le  città,fra  luoghi  e  tempi :  che  si  fa  binario.(La vita  è  rotaie: non  piangere!.. –diceva  Marina.)
Alessio  sogna  la  Golf,  e  vota  Forza  Italia:  la  sinistra  è  sfigata,- pensa. Il  sabato  sera però vuole  andare  in  discoteca,  a  cercare  quelle  che  la  danno,non  senza  un  po’  di  cocaina prima.
“Lavorare  tutta  la  vita    dentro  avrebbe  senso  se  ti  dessero  5-6 milioni  al  mese – dice  al  suo  amico  Cristiano-
-  Allora si, avrebbe  un  sacco  di  senso-

(Mi  chiedo: qualcuno  ha  regalato  a  Marchionne AD. della Fiat, questo  romanzo?
Brillante  top  manager,  guadagna  420.000 euro  al  mese, a  fronte  dei 1500 euro della  paga   operai.( un dislivello remunerativo mai  raggiunto prima!)
 Ma,- dice,-   sono  3  anni  che  non  va  in  vacanza . Fuma  20  pacchetti  di  sigarette  al  giorno e  lavora  ai  calcoli  con  musica  a  tutto  volume.  Ora  sono  finiti  anche  gli  incentivi dello Stato. Vendere  le  macchine  è  dura,in  un  mondo  globalizzato e  nell’Europa  in  crisi, con   la  agguerrita  concorrenza tedesca . 
E  lui ha  perduto  la  vera  ricchezza  al  mondo: il  tempo  per  vivere,  e  per  ascoltare  coloro che le  macchine  le  fabbricano, (mentre i  politici, ora  che  “i cancelli  dello  zoo  sono  stati  aperti, fanno  a  gara a chi  muggisce  o  raglia  meglio, di  preferenza  in  televisione”)
Ha senso  per  lui  una  vita  così? Beh,  almeno  i  suoi  figli  studiano   in Svizzera  e  respirano l’aria  buona.
 Lo  vedremo  al  prossimo  incontro  con i   sindacati  riuniti,CGIL  e  Fiom  comprese.
Un  patto  sociale, ma  anche  una  legge  sulla  rappresentanza  sindacale, che  dovrebbe  non  escludere la  CGIL,  maggioritaria  per  numero.
Per  il  progetto  di Pomigliano   Marchionne dovrà pure   trovare  ora il  tempo  per  ascoltare  il   dissenso.
E  intanto  un  attentato  telecomandato  contro  la sede della  Cisl,  rinnova la  vecchia  pratica  terroristico-intimidatoria  al  momento  di  stipulare  contratti  di  lavoro. Sacconi  punta  sulla  divisione  sindacale, che  si  è  manifestata  a  Pomigliano,mentre la  Presidente  della   Confindustria,  memore  della  scala  mobile ottenuta  negli  anni  Ottanta, grazie  all’unità  della  Confederazione,  con  Lama, alla  direzione della CGIL,  abbraccia  Epifani  e Camusso, sperando  che  il  miracolo  si  ripeta )
                                                ***
Tornando al romanzo, Alessio, operaio  alla  Lucchini, deve  arrotondare  la  paga, nettamente  insufficiente,  e  col  suo  amico  Cristiano  va a  rubare  cavi  di  rame  da  tralicci  dismessi, alle  Dalmine :  venderli  conviene, almeno  per  la  droga, ma  non  è  abbastanza  per  comprare  una  Golf, la  macchina  dei  sogni.
Non  aveva  il  coraggio  di  cambiare  lavoro,  di  rischiare  mettendosi  in  proprio,  come  gli  consigliava  Arturo, suo  padre. Lui aveva  fatto   così. Commerciava  ora in quadri  d’autore, pagando con  moneta  falsa.
Lui  Alessio   preferiva  invece  restare  operaio  e  non  inculare  la  gente”.Ma  la  Golf  alla  fine  gliela  compra  suo  padre.
La  scuola a  Piombino: ci  vanno  le  due  adolescenti, Alessandra  e  Francesca,  molto  amiche  e  molto  belle.
Tra  i  compagni   molti  sono  i  ripetenti.  Per  ora  scaldano  il  banco, (come  prescrive  la  legge), ma   fra  due  anni   andranno  a  lavorare alla  Lucchini, a“sollevare  siviere,   e a  perdere  un  braccio,  nel  turno  di  notte”(!)
Per la  bella  Francesca parole  oscene, suggerite dall’ultimo  libretto porno, portato  in  classe,  per  non  morire  di  noia.
Suo  padre  è  contrario alla  scuola :  tempo  perso, deve  restare  a  casa  ad  aiutare sua madre,  e  quando Francesca   va  alla  festa  di  Ferragosto,a  sua  insaputa, la  massacra  di  botte.
Contraddizioni  e  compromessi sono  evidenti, soprattutto  nelle  donne  adulte, le  madri  del  passato, che  non  hanno  il  coraggio  di  affrontare  la  solitudine di  una  vita  autonoma.
Le  storie  sentimentali,le  passioni, gli  incidenti  fino  alla  tragedia  finale, la  morte  di  Alessio  in fabbrica,  tutto si  avvicenda  per  i  personaggi  vorticosamente.
 Non  li  racconterò  per  non  togliere   la  sorpresa.
Lascio   a  voi  il  piacere  della   scoperta  e  dei  commenti.
La  mia  domanda  è:  per  fare  una  vera  letteratura bisogna  fare  la  Tac   alla  realtà? Complimenti a  Silvia  Avallone,  piemontese  di  Biella,  e  dott.ssa.  in  filosofia , per  averlo  osato,  e  per  averci  trascinato  nell’avventura  della  sua  narrazione col suo  stile  sciolto, aggressivo, cinematografico.
Dopotutto  quando si  ama  un  individuo, non deve essere   necessariamente  del  genere  opposto. Questa  è  la  verità alla  quale  approdano  Alessandra  e  Francesca.
Le    due  adolescenti,  arroganti  nella  loro  bellezza  e  aggressive  nei  loro  comportamenti,  inteneriscono  per  la loro  fragilità, e  per  il  loro  bisogno  di  fare  muro a due,  contro   un  mondo  maschile duro, ostile, violento  o, nel  migliore  dei  casi, irresponsabile.
E  L’Elba,  l’Ilva degli  Etruschi , è  pronta  ad  offrire   alla loro  amicizia,  fedele  nonostante  tutto, il  paradiso  necessario  per  respirare.
3) 11  settembre  2001: irruzione  della  storia.
Al  bar, si  affacciano  i   metalmeccanici, fra  un  turno  e  l’altro, dopolavoro  o  prima -del -lavoro, e   vecchi  pensionati.  Biliardino,   e televisione  a  tutto  volume  per  vedere  la  partita. Nessuno  ascoltava  nessuno  se  non  c’erano  di mezzo  sesso  e  soldi
Ma  a  un  certo  punto:  TG, edizione  straordinaria !...
Tutti  parlavano  tutti  insieme.
-Ma  fatemi  sentire, -  dice  il  gestore  del  bar spazientito!.. E  improvvisamente si  fermano  tutti.
Le  immagini : due  Torri, con  una scritta, World  Trade  Center,  una  colonna di  fumo,  e  il  commento  di Giulio  Borrelli  da  New  York:
“Questo  è  il  più  grosso  attacco  terroristico  portato  nel  cuore  dell’America.”
Dopo  42  minuti  crolla il  secondo  grattacielo.
Il  titolo  del  Manifesto “ Apocalisse!”
“Dalla  Lucchini  decine  di  radio  e  televisioni, tutte sintonizzate   sulla  stessa  frequenza. Gli  uomini  in  tuta guardavano  e  contemporaneamente fondevano ferro, carbonio,ghisa  e  acciaio.
A  Manhattan  ora  c’era  un  buco,  e  stava  per  cambiare  la  direzione  del  mondo.”Quello  del  XXI°  secolo.

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