sabato 28 gennaio 2012

Cure da cavallo, e liberalizzazioni

Ci siamo. Dopo tutti  gli scioperi, i blocchi , le manifestazioni   dei taxi a Roma , dei Forconi in Sicilia e dei Tir in tutta Italia  per l’aumento della benzina, del gasolio, e delle spese per poter lavorare,si profila  ora un aumento della spirale inflazionistica  sui beni di prima necessità a più del 2% , cosa di cui non si sentiva nessun bisogno, dopo gli effetti  devastanti e recessivi della manovra Salva Italia in novembre.

 Si poteva evitare che il decreto sulle liberalizzazioni comportasse un simile disastro?

 A)Taxi.

Se la nuova autority deciderà di aumentare le licenze in accordo con i comuni, sulle necessità effettiva per alcuni centri urbani  di avere un maggior numero di taxi,le vere misure da prendere saranno quelle di  rendere assolutamente pedonali i centri storici,  con un no ai veicoli privati, per rendere più conveniente e quindi più frequente l’uso del taxi, con tariffe ribassate, grazie a un prezzo speciale  della benzina, del gasolio accordato al servizio pubblico

Invece di impazzire per i parcheggi che non ci sono, anche per i cittadini sarebbe meglio, e l’aumento del numero delle licenze non sarebbe poi tanto male, se facessero lavorare di più  tutti i taxi drivers, rendendo le corse più rapide. Sarebbero  meglio delle auto blù e con netto vantaggio per i polmoni di tutti.

 Sarebbe anche da istituzionalizzare  il car sharing, collettivo da prenotare via Internet,  sui lunghi percorsi (città- aeroporto-porto, , o dalla periferia alla stazione.

B) I Forconi  si sono rivoltati contro la Regione Sicilia perché la promessa di diminuire il prezzo della benzina fatta in campagna elettorale da Lombardo , sulla base del fatto che il petrolio viene raffinato li, non solo non era stata mantenuta ma addirittura annullata dalla liberalizzazione.

Altre categorie si sono aggiunte, pescatori, agricoltori, che hanno altrettanto bisogno del carburante a prezzi ragionevoli, come pure   tutti quelli rovinati da una generale crisi endemica di lavoro, dopo la chiusura della Fiat a Termini Imerese, e di altre aziende, mentre le risorse regionali, vanno ad aumentare il numero dei funzionari pubblici in funzione clientelare, divenuto ormai l’unico ammortizzatore sociale della disoccupazione cronica.)

I giovani  erano presenti con gli studenti senza futuro delle Università.

Le richieste di Sicilia Libera invece  facevano pensare ad altri tempi, quando alla fine della guerra Finocchiaro Aprile proponeva il separatismo dall’Italia, per fare della Sicilia una stella solitaria, uno stato federale   americano, per farla uscire dal paese: una proposta assecondata dai ricchi agrari, proprietari terrieri, o dalla ricca borghesia, timorosa del vento del Nord. Si concluse con la strage a Portella della Ginestre, il Primo maggio del ’47, contro l’occupazione delle terre incolte).

 Ivan Lo Bello, presidente della Confindustria siciliana, in lotta contro le ramificazioni mafiose dell’imprenditoria sicula, ha segnalato la presenza di ronde intimidatorie in varie città,che ordinavano ai commercianti di chiudere i negozi, per accrescere il disagio e la forza della protesta:  la rivolta sociale venne qualificata di essere rivolta mafiosa, con grande sdegno dei rivoltosi.

Sicilia libera da che? Dalle tasse, dall’Ici, con le rivalutazione degli estimi catastali: si ricorda che 30 anni fa gli esattori in Sicilia erano i fratelli Salvo, noti mafiosi.

Forse dopo l’incontro Lombardo-.Monti il problema è avviato a soluzione per il prezzo del carburante, pur  restando  irrisolti i grandi problemi  economico-sociali dell’isola.

b) Per quanto attiene ai Tir il problema è analogo per il prezzo del gasolio, alle stelle,

destinato ad aumentare ulteriormente in seguito all’embargo del petrolio iraniano, ma  i padroni dei Tir  avranno diritto a tariffe agevolate sulle autostrade.

Non ancora   tuttavia sulle Assicurazioni,  una liberalizzazione non compresa in elenco, che, se fosse stata proposta, avrebbe potuto entrare nella trattativa, visto che i Tir Drivers devono affrontare una concorrenza sleale da parte dei camionisti dell’Est Europeo, con una grave limitazione dei redditi.

Gli interessi del Califfo,proprietario di società assicurative oltreché di una banca hanno frenato il Ministro Passera, ai danni dell’interesse generale.

II° Le Farmacie  e le edicole

Dovranno essere liberalizzate, e aumentare di numero una ogni 3000 abitanti.

Personalmente sarei favorevole perché abitando lontano dal centro cittadino,  in un bel quartiere residenziale, dove non c’è né una farmacia né un’edicola, trovo che sarebbe utile per tutte gli abitanti  anziani poterne disporre. Si potrebbero inoltre  creare posti di lavoro per giovani farmacisti e per nuovi giornalai, anche se  per noi utenti  rimarrebbe inalterato  il costo delle medicine di fascia C e di quelle  omeopatiche,assolutamente spropositato rispetto agli altri paesi europei.

Non tutti comprano i giornali tutti i giorni. Siamo in  crisi.

Che  nell’elenco delle liberalizzazione siano previsti più notai, più avvocati, mi pare una questione secondaria rispetto a quelle importanti, mancate, che appaiono essenziali per la vita quotidiana  dei cittadini e delle imprese,:

a) Assicurazioni e banche

b) Pubblicità televisiva(oggi appannaggio di Mediaset, della Rai e della Sette)

c)Aste delle frequenze (per ora  gratuite, per la Rai e per Mediaset, ma  bloccate per 3 mesi dal Min. Passera.

A) Assicurazioni e banche sono due settori interconnessi, perché non vengono erogati prestiti di alcun tipo (per mutui acquisto casa o personali) se l’Assicurazione non garantisce il rimborso delle somme dovute, in caso di eventuale scomparsa del debitore)

I prezzi delle assicurazioni sui veicoli sono fra i più alti in Europa,quindi un po’ di concorrenza farebbe bene alle nostre tasche.

b) Banche : hanno avuto fiumi di soldi dalla Bce, al tasso dell’1%, grazie a Super Mario Draghi, che ha voluto così arginare la crisi di liquidità e rendere fluido il mercato interbancario.

Hanno potuto ricapitalizzarsi, ma finora non hanno erogato prestiti a mini-imprese in banca rotta, poiché, in periodo di grave crisi non sono sicure di ricuperare i crediti.

Sarebbero quindi urgenti pertanto le seguenti riforme.

a) Una netta separazione fra banche di investimento, disposte a rischiare,  da quelle ordinarie , con i conti correnti delle famiglie e delle società, il cui costo andrebbe ridotto per redditi inferiori a 40.000 euro l’anno.

b) Uno stop agli stipendi megagalattici dei managers commerciali,  e un aumento dello stipendio ai funzionari bancari.

c) Uno stop all’uso improprio di derivati e di altri titoli tossici

d) Uso  sistematico della Tobin tax, per le transazioni internazionali, per arginare l’uso delle evasioni fiscali di grandi capitali a colpi di clics.

In Svizzera ci sono 130 miliardi di euro.

In novembre 2011  a Lugano, in Canton Ticino c’erano le code di macchine, con cassette, titoli,gioielli  e contanti…evasi con grande facilità. Sarebbero  da ricuperare almeno in parte con il sistema della doppia tassazione, come hanno fatto tedeschi e britannici, (fondi ultra necessari  per la riforma del mercato del lavoro, per la quale Fornero dice che non ci sono risorse  sufficienti.)

Ottima quindi, sebbene tardiva,  la decisione del governo di elaborare una banca dati fiscale per controllare il reale stato della ricchezza nazionale a partire da tutti i conti correnti.

Se il risultato porterà alla prossima azione del governo, con l’abbassamento dell’aliquota irpef per i redditi annui inferiori a 40.000 euro,  il favore a Monti crescerà.

III°Mercato del lavoro

La riforma, chiesta a gran voce dall’Europa, richiede attenzione data la complessità della situazione, in periodo di crisi e di licenziamenti a catena.

Si devono stabilizzare i precari,  ma non precarizzare i garantiti, dall’art.18, riducendo l’aberrante numero tipologico dei contratti attuali, sostituendolo con quello unico, a tempo indeterminato dopo  3 anni di apprendistato: la formazione è capitale, per giovani e per adulti.

Un servizio dell’Espresso ha documentato come, le imprese con un numero di addetti superiore a 15 già ignora l’articolo 18,licenziando a tutto spiano, dando luogo a 310.000 controversie legali, anche per motivi salariali,  perché il TFR  dovuto  non viene pagato ai disoccupati .

Nella situazione attuale è  quindi assolutamente vietato scassare la cassa integrazione straordinaria.

Dopo tutto un merito il Governo Monti lo ha avuto: è stata ripristinata l’unità sindacale, distrutta da Sacconi e da Marchionne. Ora il Min.Fornero dovrebbe chiedergli per quale ragione la Fiom non può entrare in fabbrica alla Fiat,perché continua a licenziare e a mettere in Cassa integrazione gli operai,  e quali sono i suoi progetti di investimento annunciati  in Italia  per 20 miliardi: non se ne sente più parlare. Che ci racconta dell’auto elettrica?



Allora, visto lo straordinario lavoro delle Fiamme gialle, che hanno identificato 7000 evasori  del tutto ignoti finora  al fisco,bisognerebbe utilizzare quel denaro, una volta ricuperato, per pagare gli ammortizzatori sociali e il salario minimo garantito in caso di disoccupazione, come si fa in Francia e in Germania.

Attendiamo ancora che venga messa poi  in opera una vera politica industriale per creare nuovi posti di lavoro, come ha fatto la Merkel con le energie rinnovabili.

E ci chiediamo  perché, grazie al decreto mille proroghe  già approvato al Senato, sono stati tagliati i sussidi per il fotovoltaico?Una cretinata voluta dal governo precedente, per favorire i petrolieri nostrani, i quali sono stati  perfino autorizzati a trivellare preziosi fondi marini. Pare che costi meno che fare le guerre. Sembra opportuno invece dare impulso alle energie rinnovabili, prima che il prezzo del greggio in aumento ci porti alla bancarotta. L’Eni è in crescita in borsa.

Siamo d’accordo invece con la decisione secondo la quale la rete di produzione del gas sarà separata dalla Snam, la rete di distribuzione, che è stata così aperta alla concorrenza. Speriamo che sia utile per pagare bollette inferiori per il riscaldamento e l’acqua calda.

Conclusione:

Che cosa mi è piaciuto della linea di Mario Monti :

a)la sua esplicita dichiarazione sugli evasori fiscali, che mettono le mani nelle tasche dei contribuenti onesti, impedendo l’erogazione dei servizi necessari alla comunità. E’ giusto comunicare al paese il proprio pensiero in materia, dopo che il precedente capo del governo aveva dichiarato di evadere le tasse e di avere il diritto di farlo: troppo alte. E se l’aliquota irpef sarà portata al 20% per i redditi medio bassi saremo ancora più felici.

b) Mi sono piaciute le sue dichiarazioni sulle aste delle frequenze televisive, che non devono essere regalate a pochi e sottratte a molti altri. L’etere è un bene comune, come l’acqua.

 Perché allora il Min. Passera le ha solo bloccate per 3 mesi, e non le ha distribuite a chi ne ha fatto esplicita richiesta (come Michele Santoro, per Servizio Pubblico?)

E perché ci vogliono scippare della vittoria sul  referendum per l’acqua pubblica, e riconsegnarla alla costosa gestione privata, visto che anche essa è considerata  bene comune?

c) Mi piace lo stile nuovo nel  muoversi in Europa e il riacquistato prestigio del paese sul piano Internazionale.

E’ positivo che abbia convinto Merkel e Sarkosy sulla necessità della crescita oltre al rigore dell’austerity.  Soprattutto grazie agli euro-project Bond, come voleva Jacques Delors e come sostiene oggi  Fitoussi.

Se la Merkel, preoccupata di ottenere consenso in vista delle prossime elezioni, non vuole pagare i nostri debiti, non ha torto, e quindi ha rimandato l’ampliamento  finanziario del  fondo Salva Stati, finché tutti i paesi europei non abbiano preso  provvedimenti  rigorosi per il loro debito sovrano.

 Tuttavia  è ora convinta che se non c’è sviluppo nell’Europa Mediterranea, nessuno comprerà più i prodotti industriali tedeschi. Quindi il Fondo Monetario Europeo (o Fondo salva-stati)  sarà creato non solo per salvare la moneta unica ma anche l’unità politica ed economica del  Continente, promuovendone la competitività globale. E’ il senso del suo discorso a Davos  mentre Cameron si è confermato ostile alla U.E e alla misura della Tobin Tax, per combattere la speculazione finanziaria.

Nel suo paese non finisce più di accumulare critiche, soprattutto sul piano fiscale, essendo contrario alla tassazione dei grandi patrimoni.  Tutto il paese è sceso in piazza. Nick Clegg gli è contrario, e questo accade mentre Obama sta col 99% degli americani sulle ragioni  di Occupy Wall Street. Nel suo discorso allo Stato dell’Unione  ha aperto la campagna elettorale  dicendo di essere  per una tassazione maggiore delle fortune superiori a 1 milione di dollari.

“Chiamatela lotta di classe, se volete.”

Che cosa dovrebbe fare il governo Monti?

Buttar via un po’ di scorie.

 E’ andato a trovare il Papa e gli ha detto che la situazione italiana è difficile.

Subito dopo il Card. Bagnasco ha dichiarato che evadere il fisco è peccato, e  probabilmente molti conventi- albergo e molti immobili appartenenti al Vaticano dovranno pagare Ici e Iva, cosa che potrebbe essere ribadita l’11 febbraio, in occasione  dell’anniversario del Concordato firmato da Mussolini nel ’29, con tutti i privilegi economici accordati alla Chiesa. Se il Ministro degli Esteri Terzi dell’Agata dovesse rinegoziarlo, dovrebbe chiedere anche il permesso di fare accedere le Fiamme Gialle allo IOR, il più comodo paradiso fiscale nel centro di Roma. Si potrebbero ricuperare soldi oggi indispensabili.

 Dopo l’inchiesta di Nuzi  sulla Sette  nella trasmissione “Gli Intoccabili” che ha reso nota la lettera scritta al Papa dal Monsignore incaricato di sorvegliare i registri economici delle entrate vaticane, Carlo M Viganò, nella quale denunciava le truffe delle alte  gerarchie cardinalizie nella Curia, fedeli al segretario di Stato Bertone, non si può non vedere la sua nomina a Nunzio Apostolico a New York, come un Promoveatur ut amoveatur, cosa da lui paventata,  che  oggi è realtà.

 Ragione di più per un cattolico liberale come Mario Monti di seguire la strada battuta da Prodi (poi  abbandonata dal governo Berlusconi)  di cancellare i privilegi fiscali del Vaticano. Molti cattolici sarebbero d’accordo.

                          ***

Dulcis in fundo: Il niet della Consulta al referendum abrogativo del Porcellum, nel timore di un Vacuum legis.

Una decisione assunta da una Corte Costituzionale radicalmente cambiata  nella sua composizione negli ultimi 5 anni, presieduta da un maestro del diritto Amministrativo, Sabino Cassese, le cui capacità di mediazioni compromissorie sono ben note a tutti.  Fin dagli anni 70 quando insegnava diritto amministrativo ad Ancona, facoltà distaccata dell’Università di Urbino,    era un riformista minimalista, profondamente centro-sinistrato. A Urbino il problema era di dare alloggio in collegi ai 10.000 studenti provenienti dal Sud, perché quello bellissimo costruito da Giancarlo De Carlo ne poteva ospitare solo 1000.

A lui  oggi si deve  la relazione  conclusiva sulle motivazioni del No, che sono andate contro il parere di 100 costituzionalisti, tra cui Zagrebjelski,  favorevoli all’abrogazione  del Porcellum e al ripristino della legge elettorale precedente, voluta da Mattarella. Per loro  non ci sarebbe stato alcun pericolo di Vacuum legis.

Si può immaginare quanti pizzini politici siano arrivati  alla Consulta, per evitare di dover ripristinare la quota proporzionale prevista dal Mattarellum,  che  avrebbe consentito alla sinistra radicale di tornare in Parlamento. Mezzo Pd era contrario.

Vorrei chiedere al Presidente Napolitano che giustamente sollecita le Camere a mettere in agenda la discussione sulla nuova Riforma elettorale, se è veramente convinto che l’attuale Parlamento, gattopardesco com’è, sia veramente capace di raggiungere un accordo per varare una buona nuova legge. Sono convinta che né il Pdl né la Lega vorrebbero rinunciare al comodissimo Porcellum, e che farebbero cadere il governo Monti al momento buono, per tornare alle urne nelle migliori condizioni per loro,  rischiando un’astensione del 45% degli  elettori arcistufi della situazione.

Vedremo come andrà a finire, quale tipo di  legge sarà votata,  e se dovremo ringraziare, oltre ai nuovi membri della Consulta, anche il Presidente,  prof. Cassese per il capolavoro del Niet, uno schiaffo a quel milione e più di firme cittadine per l’abrogazione:  un solenne ceffone alla democrazia.

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