e sotto il maestrale
urla e biancheggia il mar...
Via dall’euro o via dall’austerity?
Queste sono le due alternative che il Premio Nobel per l’economia , Stiglitz pone come cruciali, di fronte ad un crisi economica peggiore di quella del ’29.( nell’intervista di Federico Rampini sulla Repubblica del 13 aprile)E’ vero: l’Italia è stata penalizzata , perché, rinunciando alla sovranità nazionale e al suo diritto di battere moneta, l’ha pagata con la non crescita, con la chiusura delle fabbriche, e la crescente disoccupazione, incapace totalmente di essere concorrenziale in Europa e nel mondo.
Con le regole dell’austerity imposte dall’Europa di destra “non si riesce nemmeno a sanare veramente il debito pubblico: è un trattamento di cura per i malati analogo a quella dei salassi sanguigni praticati nel medioevo”. – dice Stiglitz.
Mancano le risorse per gli investimenti nella crescita, nella scuola e nella ricerca, grazie ai quali si potrebbe accrescere il Pil e ridurre il debito.”
Ma non sarebbe nemmeno giusto uscire dalla moneta unica, perché comporterebbe un fortissimo tasso di inflazione, condannando i più deboli ad un ulteriore impoverimento.
Che cosa può fare l’Unione.Europea ?
1) Creare un’Unione bancaria con forte vigilanza da parte della BCE , per combattere la speculazione finanziaria delle lobbys, con la grande affluenza di derivati tossici, e consentire l’afflusso del credito a famiglie e a imprese.
2)Creare una vera Unione fiscale, fondata sulla progressività dei redditi da tassare, che non consenta più evasioni nei paradisi.(cfr. La Conferenza di Dublino del 12 aprile dedicata a questo tema)
Occorrono grandi risorse per finanziare una seria politica industriale sostenibile, soprattutto nei paesi del Sud Europa: una disoccupazione al 12% costituisce un vero fallimento del vecchio continente. Occorre quindi l’abolizione del segreto bancario, governare seriamente gli abusi del capitalismo, separando le banche ordinarie da quelle di investimento, ridurre le disuguaglianze sociali ,e combattere la corruzione.
***
Volevo quindi tornare sul mio progetto di recensire “La nostra Europa”, di Edgar Morin e di Mauro Cerruti ( ed. Cortina), due grandi “maitres à penser” in Francia, testo pregevole che fa un’approfondita analisi di tutto ciò che sarebbe necessario al momento attuale.
L’Europa Infatti non si è rigenerata in Unione Federale, rimanendo ferma agli Stati nazionali, che rischiano addirittura di degenerare in macro-regioni, più che mai incapaci di competere a livello globale, a fronte dei giganti del BRIC.
2) C’è bisogno di un New Deal europeo, come quello realizzato da Rooswelt nel 1933, per competere con le nuove potenze economiche, senza subire la loro pressione, su modelli di organizzazione del lavoro, estranei alla nostra storia e alla nostra civiltà. (pag. 64-65)
L’Europa deve quindi reinventare il suo proprio modello di sviluppo economico, civile e politico, impegnato sul welfare, per tutelare la dignità di ogni singolo individuo, migliorandone la qualità della vita, anche sul piano collettivo, quella che il Ministro Barca chiama “mobilitazione cognitiva”, non solo a livello nazionale, ma europeo.
3)
Si tratta quindi di costruire una nuovo patto sociale che assicuri
a) l’unificazione politica
b )il risanamento economico del debito, con un nuovo bilancio federale, ricostituito col 23% del Pil continentale.
c) una politica fiscale equa, basata sulla progressività, con interventi sui grandi patrimoni
d) una forte coesione sociale, lottando contro la disoccupazione, la povertà, il disagio abitativo, e la carenza di istruzione, formazione professionale.
4)
Si tratta di garantire la transizione energetica per stabilizzare i fattori climatici, divenuti estremamente pericolosi e costosi negli ultimi anni
a) E’ cruciale incentivare la ricerca, volta a rendere economicamente convenienti tutte le energie rinnovabili (idraulica, eolica, fotovoltaica, solare, geo termica, differenziando quelle più adatte : al Nord quella legata alle maree, al Sud la costruzione di una rete di grandi centrali solari, sfruttando gli ampi spazi desertici in Africa settentrionale.
b) Importante incentivare gli spazi verdi, con la riforestazione generale dei parchi e dei giardini all’interno delle città
c) Sviluppare i trasporti pubblici urbani e i trasporti ferroviari regionali, volti a ridurre al massimo l’inquinamento, per salvare la qualità della vita dei cittadini pendolari, che attualmente soffrono delle carenze in materia.
d) Incentivare la riconversione economica di aziende destinate a chiudere, verso industrie ad alta tecnologia, innovative e creative.
e) favorire la rivitalizzazione delle campagne , con l’agricoltura biologica e gli allevamenti bio del bestiame
5) ***.
L’Europa ha bisogno di un pensiero politico nuovo, che non si limiti agli aspetti economico-quantitativi, ( volti all’accrescimento del P.I.L) , per affrontare con coraggio i problemi sociali e ambientali, orientandosi piuttosto al FIL (felicità interna lorda), al benessere collettivo, facendo nascere sindacati e partiti europei, per una mobilitazione cognitiva generale volta a questo scopo.
6)
Multiculturalità- Condizione per la nascita della Nazione Europa
Alle vecchie differenze multiculturali se ne sono aggiunte altre, dovute alle ’emigrazioni dalle antiche colonie.
Non si tratta di giustapporre le varie culture, ma occorre riconoscere nell’altro le somiglianze e le differenze rispetto a noi stessi, per meglio comprenderle e valorizzarle.
Se le ambizioni nazionalistiche sono state la tragedia europea nel XX° secolo, con conflitti identitari drammatici, oggi dobbiamo essere fieri di avere almeno 2 identità, Per formare dei veri cittadini europei dobbiamo europeizzare i media e i sistemi educativi.
7)
Politica Mediterranea: un nuovo piano Marshall
Tra la fine dell’Ottocento e il Novecento si sono sgretolati gli imperi, quello Ottomano, Austro-ungarico, Russo-sovietico, e quelli coloniali, inglese e francese)
Il Mediterraneo è oggi l’epicentro di una linea sismica, dove i conflitti religiosi di ieri sono diventati virulenti, profondamente aggravati dalla crisi economica : il conflitto israelo-palestinese, tuttora irrisolto, quello franco-algerino, che non è mai terminato davvero, la primavera araba, iniziata con l’abbattimento delle dittature in Tunisia, in Egitto, in Libia, senza aver ancora avviato la costruzione di vere democrazie. Verosimilmente il processo sarà molto lungo.
L’Europa, che in passato ha integrato la cultura Mediterranea, tende oggi a diventare una fortezza, l’Europa del Rifiuto, spaccata fra il sostegno all’avventura araba e la paura dell’emigrazione di massa da tutti i paesi nord-africani.
Le tentazioni coloniali si riaffacciano , continuando col sostegno anche militare alle vecchie attività estrattive, petroliere e minerarie, con Uranio e altro), come ha dimostrato la guerra in Mali, mentre sarebbe vitale non regredire di nuovo verso il passato, tentando altre vie. (cfr. mio articolo sul Colonialismo)
***
Dopo la 2° guerra mondiale l’Europa è sopravvissuta grazie al piano Marshall: ed è un esempio che oggi essa deve seguire per aiutare i paesi del Nord-Africa, specialmente quelli privi di petrolio, (Tunisia, Marocco, Egitto e Giordania) a ricostituirsi economicamente, fornendo loro tecnologie avanzate, sfruttando al meglio le loro ampie superfici desertiche , sviluppando l’energia solare, con gli specchi d’Archimede, e creando i condotti necessari per convogliare l’energia pulita in Europa: obiettivo, salvarli e salvare sé stessa.
Anche i paesi ricchi di petrolio come l’Arabia Saudita, gli Emirati e il Quatar stanno investendo nel settore, in previsione di una diminuzione produttiva dei loro pozzi)
8)
Oggi il problema maggiore che l’Europa deve affrontare è quello di riformare il pensiero e le proprie strutture educative.
Occorre superare l’eccesso di specializzazione, che ha portato ad una totale frammentazione del campo visivo, impedendo di cogliere la complessità del reale, la multidimensionalità dei problemi , disgiungendo conoscenze che invece dovrebbero essere tra loro connesse.
Oggi si tratta quindi di affrontare e risolvere un immenso problema: cultura e sistema educativo saranno all’altezza di svolgere il loro compito, per rendere l’Europa politicamente unita e veramente attiva nel mondo?
Conclusione:
Raccomando vivamente la lettura di questo libro, la Nostra Europa, a Grillo e al suo guru Casaleggio, che in materia di euro e di Europa appaiono abbastanza primitivi.
Ne discutano in Rete segnalando il libro. Tutti i loro militanti dovrebbero a mio avviso acculturarsi per crescere sul piano politico.
Per i Pentastellati appare necessario, come dice Stiglitz, affrontare un periodo di compromesso politico, collaborando con il PD, non solo per l’elezione del Presidente della Repubblica, che difenda i principi della Costituzione, ma anche per la linea del cambiamento, se lo vogliono davvero.(contro la corruzione, per la redistribuzione fiscale, anche attraverso una più giusta modulazione dell’ Imu, la diminuzione delle disuguaglianze, la distribuzione del reddito minimo di cittadinanza, e la fine dell’austerity.
Chiedo agli eletti del M5S : siete sicuri di voler rinunciare alla possibile legge sulla ineleggibilità del Cavaliere, e a quella generale sui conflitti di interessi, che non riguardano solo lui?
A meno che non finiate, con la vostra intransigenza, con l’essere responsabili della im-processabilità di Berlusconi, alla vigilia delle sentenze che lo riguardano, visto che è tornato a candidarsi oggi alla Presidenza del Consiglio.
I sondaggi gli sono molto favorevoli, e, se veri, gli assicurerebbero certamente i nuovi legittimi impedimenti, fino alla prescrizione.
“Se Prodi fosse eletto Presidente della Repubblica- ha detto a Bari, - dovremmo tutti andare all’estero”. (Gli chiediamo:” E’ una minaccia o una promessa?)
A questo proposito la sua battuta mi ricorda un aneddoto citato da Sthendal in “Roma, Napoli, Firenze”,: lo scrittore amava molto Milano perché c’era la Scala, fonte per lui di inenarrabili gioie. Ma un giorno era rima sto di stucco quando aveva inteso un milanese molto ricco, e filo austriacante , dire che prima dell’arrivo di Napoleone in Italia le Alpi si ergevano come un muro e proteggevano Milano e la Lombardia dal freddo del Nord,. Ma il vantaggio era finito quando Napoleone aveva scavato il tunnel del Sempione. Da allora un freddo pazzesco.
Bonaparte maledett!...”
Alcuni mesi fa il cavaliere , aveva detto che volevano mandarlo a casa, ma che lui, avendone una trentina, non avrebbe saputo quale scegliere. E io, a occhio e croce, gli avevo consigliato di scegliere quella di Antigua, un vero paradiso caraibico, in tutti i sensi, anche fiscale… Meglio della Tunisia.
Se Grillo volesse accompagnarlo con uno dei suoi “vaffa”, non avrebbe che votare per Romano Prodi come Presidente della Repubblica.
(A meno che Casaleggio non gli imponga la Bonino, (il male minore, secondo Berlusconi), che con i suoi slalom destrorsi risulta a lui più auspicabile. Si è inventato perfino un hacker per annullare la votazione precedente, in cui Rodotà risultava primo. )
Questa democrazia diretta cela molti misteri…
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