1) Le risorse del sottosuolo e gli interessi energetici internazionali.
La prima cosa da notare all’origine della decisione di andare in guerra nel Mali da parte di Hollande, è l’estrema necessità di tutelare i giacimenti di gas e petrolio nel Sud dell’Algeria, a In Amenas, e a Touademi, fra la Mauritania e l’Algeria, nonché quelli di uranio nel Niger e nel Nord del Mali, vitali per le centrali nucleari in Francia.
Il Governo italiano ha dato un supporto ai francesi, 3 droni e gli istruttori militari per l’esercito africano, perché possa combattere gli Al khaedisti: l’Eni, interessata alle attività estrattive, ha certamente dovuto suonare le trombe per sollecitare la nostra solidarietà.
Molto grave per gli interessi energetici occidentali l’episodio del sequestro di ostaggi a In Amenas, da parte dei Firmatari del sangue, uno dei gruppi jihadisti più determinati e selvaggi, guidati dal Guercio, Moktar Ben Moktar, chiamato così per aver perduto un occhio quando era al seguito di Ben Laden in Afganistan, all’età di 19 anni.
L’intervento-blitz da parte dell’esercito algerino è stato brutale ed efficace:sono morti 123 terroristi e 11 ostaggi.
Non si poteva fare altrimenti, ha detto Hollande, anche perché un altro gruppo, “I difensori della sciaria”aveva collaborato all’azione, avendo a sua disposizione armi modernissime, (tra cui additittura dei missili) appartenute ai seguaci di Gheddafi, in Libia: se ne era impadronito scontrandosi con i lealisti di Bengasi.
Grazie al bliz algerino sono state per fortuna ricuperate.
Ma in Algeria ci sono altri jihadisti, provenienti dall’Afganistan fin dal 2006: capitanati da Drukdel, che si nasconde fra i monti della Kabilia. (la sua fonte di finanziamento è la droga). Mentre nel Sud, c’è un altro gruppo, guidato da Abu Sahid che fa soldi con i sequestri di persona ( cfr. il caso Cicala)
Poiché i francesi hanno liberato Gao, che era la loro roccaforte,importante perché sulla strada verso i giacimenti petroliferi di Duenza, e sono arrivati a Timbuctù, la città più importante del paese sul piano culturale, ora i ribelli scappano nel deserto, riservandosi probabilmente delle azioni di guerriglia terroristica in futuro.
Una famosa storica canzone francese dice:
Malbrough s’en va-t-en guerre
miridon, miridon, mirodaine
Malbrough s’en va –t- en guerre
Et ne sait quand reviendra.
I giornalisti stranieri non hanno diritto di accedere alle zone dei combattimenti, per motivi di sicurezza,- dicono i francesi- Così vengono pubblicati solo i comunicati ufficiali dall’esercito. Nessuno è lì per raccontare i probabili danni collaterali che gli attacchi dell’aviazione hanno prodotto sui civili del Mali.
Tuttavia è il caso di ricordare che il fanatismo religioso nei paesi dell’Africa occidentale è alimentato anche da profonde ragioni di ingiustizia sociale, di mancanza di sicurezza, e, sul piano finanziario, da un imponente traffico di droga. (60 tonnellate di cocaina negli ultimi 10 anni)
. Lo ricorda un articolo di Kofy Annan, ex segretario generale dell Onu, originario del Ghana.
C’è una grave crisi economica, e i giovani sono completamente senza lavoro, esercito e polizia sono mal pagati, quindi corruttibili e non efficaci nella protezione dei cittadini.
L’industria petrolifera e tutte le attività estrattive minerarie hanno creato grandi disparità nei redditi, fra minoranze elitarie che si sono molto arricchite, e la stragrande maggioranza della popolazione, rimasta poverissima.
Pertanto sono urgentissime riforme per creare lavoro nella costruzione di infrastrutture, per incentivare l’agricoltura,e promuovere la scuola e la formazione professionale: obiettivo, sottrarre la manodopera al fanatismo jihadista.
L’Europa dovrebbe promuovere quindi non solo interventi militari per la difesa dei propri interessi, ma un’attiva cooperazione economico- sociale, per collaborare al contrasto del narco-traffico e al futuro benessere generale delle popolazioni, in Africa e in Nord-Africa.
***
L’Europa avrebbe già potuto intervenire per esempio, sulla questione dei Tuaregs, sui nomadi del deserto, che sono divisi in jihadisti “Difensori della Fede” (Ansar Dine), favorevoli alla sharia, e laici intellettuali.
L’invasione di Ansar Dine ha provocato la fuga di centinaia di persone da Timbuctù, imponendo il silenzio alle musiche e alle canzoni. I Tuaregs laici, musicisti famosi, che hanno organizzato a Londra e a Parigi importantissimi concerti di blues africani, grazie allla bande più celebre, i Tinariwen, premiati per il loro ultimo album, Tassili, con un Grammy Award nel 2011.
Avevano reclamizzato la loro musica nel famosissimo Festival del deserto, frequentato da migliaia di musicofili occidentali, a Timbuctù, ora appena liberata.
Una famosa cantante, Fadimata, è l’ambasciatrice nel mondo della musica Tuareg, e sostiene che i difensori della Sharia sono contrari alla libertà delle donne, nel vestiario, nelle canzoni, nelle danze, e vogliono distruggere a Timbuctù anche i musei e le biblioteche, dichiarate dall’Unesco patrimonio dell’umanità.
Conclusione:
la guerra contro il terrore islamico è asimettrica, dura da 20 anni, quando è cominciata in Algeria, nel ’93, e non è stata risolta con la morte di Ben Laden. Continua con attentati kamikaze in Pakistan, (l’ultimo è di ieri),in Turchia, in Algeria e in Egitto. Non si sa quando finirà.
Pertanto è necessaria non solo una risposta militarmente repressiva, ma una ampia cooperazione economico-sociale, con la scuola, il lavoro, l’educazione, e un contrasto al traffico di droga, loro principale fonte finanziaria.
E’ l’Europa che è chiamata a rispondere perché ne è ormai direttamente minacciata.
Nessun commento:
Posta un commento