Finalmente la Repubblica federale russa ha un porto nel Mediterraneo: questa è per Putin la cosa essenziale.
A lui non importa assolutamente nulla dei gas nervini, che, stoccati in tutto il paese, vengono usati tanto dai governativi di Assad quanto dai ribelli religiosi. Un crimine contro l’umanità? Lui conosce il problema, dai tempi delle rivolte cecene: c’è abituato . Quindi ora è rigorosamente per Damasco, perché ha potuto raggiungere un obiettivo che gli Zar avevano perseguito per tutto il XIX° secolo, senza riuscirci. Volevano navi da guerra sul Bosforo e sugli Stretti dei Dardanelli, ma la G.Bretagna si era sempre opposta.
Ci voleva un ex agente del KGB perché i Russi potessero da quel loro porto installare le loro navi da guerra, per controllare le rotte di trasporto petrolifero. Questa è la vera ragione per la quale in occasione del G20 a San Pietroburgo Putin ha ribadito che, in caso di opzione militare americana , lui aiuterà la sinistra Siria, dove viene ammazzata la popolazione civile, compresi i bambini. Non si fida di quello che dicono i servizi americani, dopo le balle raccontate da Colin Powell sulle armi di distruzione di massa in Iraq. Aspettiamo i risultati della missione Onu.
Ma in questa occasione abbiamo visto finalmente una novità: un congruo numero di paesi europei, guidati dalla Germania, in attesa dei risultati dell’inchiesta condotta dagli ispettori dell’Onu, si sono schierati per una soluzione politica, di condanna di Assad, e potrebbero stimolare Putin a cambiare idea, per gli interessi economici che ha finora saputo costruire con tutto il continente.
Per la prima volta il Ministro degli esteri , Lady Achton, sempre molto timida, prudente, e inefficiente, ha parlato con una voce sola, in nome di 13 paesi, confortata dal loro appoggio.
Che cosa è mancato, finora nel Mediterraneo?
Dopo le varie primavere arabe, in rivolta contro i dittatori locali, primavere che ora purtroppo surgelano nel più crudele degli inverni, grazie al ritorno di una radicale intolleranza religiosa, è mancata l’azione tempestiva di un’Europa Federale, sul piano politico, economico e culturale, per poter trasmettere ai paesi dell’altra riva i nostri valori.
Le nostre posizioni su due popoli due Stati per favorire la nascita di uno Stato palestinese, non hanno avuto risultati tangibili, e perfino Obama, contrario agli insediamenti ebraici sul territorio palestinese ha difficoltà.
II°
Gli americani sono intervenuti in Iraq prima, contro l’ex alleato Saddam Hussein, poi in Libia, contro Gheddafi, sostenendo anche l’azione dell’esercito e dei cittadini egiziani contro Mubarak. Anni di presenza bellica con migliaia di morti, per garantire l’ estrazione di petrolio nei migliori pozzi del Medio Oriente. Sono ora stufi di guerre. Se ne sono andati dall’Iraq, se ne andranno dall’Afganistan.
Ma ora la loro situazione energetica è cambiata: di petrolio ne hanno moltissimo e hanno anche promosso una grande campagna per le energie rinnovabili.
Quindi, senza apportare alcun beneficio finanziario a sé stessi , una loro opzione militare contro la Siria ci farebbe correre il rischio di una terza guerra mondiale, dal momento che Russia, Cina e Brik sono radicalmente contrari.
Le conseguenze più pesanti sarebbero quindi per noi europei, che già dobbiamo fronteggiare l’arrivo di 2 milioni di siriani in fuga dal loro paese, con conseguenze immaginabili se contro di noi venissero usati i gas e le armi chimiche, con i missili di cui dispongono, forniti dalla Russia. Assad lo ha già promesso ai Francesi, decisi a intervenire, nella sua intervista al Figaro. Ne pagherebbero le conseguenze in modo pesante.
Quindi gli americani stiano a casa loro, e non intervengano prima di aver ascoltato il rapporto degli ispettori Onu, come ha annunziato Karry, per non delegittimare il loro faticoso lavoro.
Negli USA inoltre si contano 67 milioni di cattolici, che non potrebbero non essere d’accordo con l’appello per la pace di Papa Francesco, anche se Obama ha promesso di non inviare in Siria truppe di terra , ma solo di effettuare blitz militari mirati per ridurre la forza militare di Assad.( aereoporti, aerei militari, missili). Non è detto però che i fatti confermino le intenzioni, e che non ci possano essere sgradevoli effetti collaterali. Obama dovrebbe tener conto dell’ opinione dei cittadini, che hanno già cominciato a manifestare contro la guerra, e non è affatto sicuro che il Congresso sarà d’accordo con l’opzione militare. Quindi discutere sulle scelte è positivo per la vita democratica. Ma la guerra si fa per vendere meglio delle nuove armi, come oggi ha ipotizzato papa Francesco?
III° Conclusione:
Con i paesi dell’altra riva nel Mediterraneo dobbiamo parlare solo noi Europei, sbrigandoci a costruire gli Stati Uniti d’Europa, facendola finita con quella degli Stati nazionali, col Consiglio Europeo, e con una Commissione, che non assicura un governo indipendente, balbettando agli ordini della Germania.
Lo abbiamo detto tante volte quello di cui abbiamo bisogno:
Di un Presidente europeo eletto da tutti i cittadini
Un governo esecutivo reale, al posto di una Commissione esautorata, con Ministri efficaci che parlino con una sola voce.
Di un Parlamento a Strasburgo, affiancato da un Senato, che ora non c’è, e che rappresenti gli interessi nazionali.
Di un ministero dell’Economia , in grado di reperire delle finanze, con prelievi fiscali omogenei in tutti i paesi, con un bilancio ricco, pari al 23% del PIL, per pagare anche i debiti sovrani dei paesi più deboli.
Un Ministero delle attività produttive che possa efficacemente agire per la crescita, e far fronte alla concorrenza in epoca globalizzata
Un Miniistero del lavoro per arginare seriamente la disoccupazione e favorire l’avvenire dei giovani.
Vogliamo che dopo le elezioni del 2014 l’Assemblea che uscirà dalle urne possa diventare un’Assemblea Costituente e dare all’Europa una nuova Costituzione, simile alla nostra, che è una delle migliorii sul continente. (Se i francesi nazionalisti hanno detto in passato no, ora invece sarebbero ora favorevoli.)
***
Solo un’Europa di questa fatta sarà in grado di promuovere una politica di stabilità politica, economica e culturale nei paesi dell’altra riva del Mediterraneo e sul Medio Oriente.
Perché i paesi delle Primavere arabe hanno fame, molto più di noi, e questo li rende fragili rispetto all’intolleranza religiosa, alla quale si aggrappano per affermare la loro identità
Dopo aver rovesciato dittatori disumani e corrotti, che non avevano mantenuto nessuna delle promesse sul piano sociale e ed economico, i governi usciti dalle urne sono ora incapaci di garantire i diritti umani e sociali delle donne, per le quali dovrebbero creare scuola, cultura formazione professionale e lavoro. Con la sharia rischiano di tornare al Medioevo.
In Egitto il grande errore dei Militari che hanno rovesciato Mubarak è stato di non aver cambiato la Costituzione prima di indire le nuove elezioni: e Morsi, forte della sua vittoria, ha potuto favorire la regressione culturale e religiosa contro le quali si sono ribellati i laici della piazza Tahrir.
Il paese rischia ora la guerra civile, dopo le repressioni durissime e inaccettabili da parte dei militari.
L’Egitto si è spaccato a metà, ed è ben lontano dall’aver risolto la crisi economica, giacché anche il turismo, una fonte rilevante di introiti, è bloccato.
Nel Mediterraneo è la nuova Europa che deve poter parlare, intervenendo, come ha già cominciato a fare la Germania, con le energie rinnovabili, per favorire in modo particolare i paesi deboli, che non possono contare sulle vendite del petrolio. (Marocco, Tunisia, Libano ed Egitto), soprattutto realizzando grandi centrali di energia dinamica solare sulle loro immense superfici desertiche.
L’Europa potrebbe poi con speciali condotte trasportare al Nord questa energia, e incidere su futuri sviluppi economici dei paesi nord africani favorendone la crescita, creando posti di lavoro, riducendo il flusso emigratorio verso di noi, se non per bisogni limitati di istruzione e formazione professionale. Sarebbero i nostri migliori clienti.
Solo così l’Europa potrà spingere Israele, che si sente molto minacciata dai propositi bellicosi dell’Iran e degli Hezbollah in Libano, ad agire nei confronti dei Palestinesi con una politica equanime, cessando una buona volta di installare nuovi insediamenti sul territorio e restituendo loro quelli del ’67.
Gli ebrei della Diaspora sarebbero favorevoli. A Bruxelles è nata una nuova associazione, E.C.O: ebrei contro l’occupazione.
Oggi, 9 settembre, 3 buone notizie:
a)Lavrov, Ministro degli esteri russo, d’accordo col Ministro degli esteri siriano, ha proposto che la Siria con segni alla Comunità internazionale lo stock di gas di cui dispone.E poi di indire una Conferenza di pace, Ginevra 2, per trattare tutti i problemi mediorientali. Papa Francesco ha fatto goal !
b) )Karry, segretario di Stato, ha approvato la proposta russa e ha detto allora che la rinuncia all’attacco sarà possibile se Assad agirà in modo leale e nel giro di una settimana.
c) Quirico, corrispondente della Stampa, è finalmente tornato in Italia, dopo un’avventura in Siria durata 150 giorni. Forse è stato pagato un riscatto dal nostro M AE. Aveva cercato di fuggire 2 volte, ma è stato ripreso , e anche torturato e minacciato di morte. Ha anche detto che la rivoluzione laica di Aleppo contro Assad, che lui voleva raccontare, due anni fa, è finita: e invece ce ne è un’altra, pericolosissima, guidata dai fondamentalisti islamici intransigenti a guida Al Khaeda.
Il problema è: anche loro si sono impadroniti dei gas tossici? Li consegneranno o no? Oggi la situazione è fuori controllo in Siria.
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