lunedì 31 marzo 2014

Perché il 25 maggio votare Tsipras, e non PD?

Le ragioni stanno tutte nelle gravi omissioni di Matteo.

Avevo pensato di dargli l’Oscar per aver nominato  il giudice Raffaele Cantone a capo dell’authority anti- corruzione (una misura approvata già in Senato): un buon inizio.

a)    Ma  il decreto non ha precisato né quali saranno le sue competenze né i suoi poteri . E se  il Ministro della Giustizia  non arriverà a completare la legge Severino sulla Corruzione,  ( restaurando il reato di falso in bilancio, soppresso nel 2001,  inserendo nel codice penale il reato di riciclaggio,  e abolendo la prescrizione, dopo il primo grado di giudizio),  Cantone da solo,  non potrà fare molto.  Come la pensa in proposito Angelino Joli? Renzi  dovrà battagliare col suo alleato.

b) Per la spending rewiew anche Pinotti, neo ministra della Difesa, si era rapidamente convinta di dover tagliare gli F 35, continuando quanto aveva già  fatto Monti ( da 140 ridotti a 90).

Ma Obama e Napolitano non sono d’accordo. ( All’erario Usa verrebbero a mancare 20 miliardi di dollari, se non li comprassimo.) Malgrado al Congresso sia risultato che i bombardieri non sono né affidabili né efficaci, noi li compreremmo senza sapere quali siano i loro  problemi,  perché  questi sono top secret! 

 Matteo,  prima  determinato a  risparmiare su una spesa insensata,   ha già cambiato idea. Non li taglierà.

c)  Ma quello che manca nel suo programma  è soprattutto un’azione incisiva contro l’evasione fiscale ( 200 miliardi di euro) . Finora sul problema le misure sono state puramente di scena, a Cortina e a Portofino sugli scontrini : pinzillacchere!...

Come ha scritto Livadiotti nel suo libro “Ladri: gli evasori e i partiti che li proteggono”, il Parlamento non ha legiferato seriamente sul tema perché sono in ballo 10 milioni di voti, che né la destra né la sinistra sono disposte a perdere!...

Come ha detto Vincenzo Visco, vice  Ministro alle finanze al tempo del governo Prodi, attaccato duramente per la sua azione rigorosa  da Tremonti che lo aveva   definito  “ un  vampiro succhia-sangue,” ha dichiarato al Fatto Quotidiano di aver trovato freni e riserve  anche nel PD.

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Il programma di riforme sottoscritto da  Matteo contiene una prima iniziativa di “sinistra”: 10 miliardi per 10 milioni di lavoratori dipendenti  (80 euro in più al mese in busta paga).

 Sono stati esclusi dal regalo i lavoratori autonomi con partite Iva e soprattutto i pensionati,  con meno di 30.000 euro l’anno):il che vuol dire che la misura non servirà a far ripartire la domanda interna come sarebbe necessario per superare la crisi.

Il programma renziano  comprende anche  iniziative di restauro di scuole vecchie e obsolete, la riduzione dell’Irap alle Imprese, perché contribuiscano alla crescita con investimenti produttivi,  e le riforme istituzionali ( la riduzione del numero di parlamentari alla Camera e al Senato,) la vendita all’asta delle auto blu, e l’abolizione delle provincie.

Sull’abolizione del Senato Matteo ha scommesso la sua carriera politica:  se ne andrebbe, se non dovesse riuscirci.

 Il  Presidente, Grasso, pur essendo d’accordo per l’abolizione del bicameralismo perfetto, ritiene tuttavia che l’abolizione del Senato  implica dei rischi, e che invece il CDM debba riflettere su un suo  possibile  cambiamento di funzione,  per esempio  la sua trasformazione  in Camera di controllo sull’attività legislativa della Camera.  ( con un parere fornito dopo un massimo di  30 giorni).  Dovrebbe quindi restare elettivo, pur limitando le elezioni al momento di quelle Regionali,  affinché il senatore sia espressione degli interessi del  territorio, e venga scelto con le preferenze.

Non parliamo poi della riforma elettorale maggioritaria, che sia pure parzialmente modificata, è stata approvata alla Camera,  escludendo dal Parlamento con la soglia dell’8% i partiti che si presenteranno da soli, privando della rappresentanza 4 milioni di persone. Una legge peggiore di quella fascista  del ’24.

Vediamo che cosa succederà al Senato, dove la sin istra PD vuole proporre emendamenti per migliorarla.

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 La riforma della Pubblica Amministrazione, con il licenziamento o il pensionamento anticipato dei dirigenti sui 50 anni, proposta dal Ministro Madia,  è un non-sense economico, perché comporterebbe  degli oneri,  anche se si vogliono assumere funzionari giovani al loro posto. (Non è d’accordo il Ministro della Pubblica istruzione Giannini, e non solo lei).

Ma il progetto renziano che suscita una vera opposizione è il Jobs Act, con una proposta che è stata in passato di  Berlusconi  e che piacerebbe ora  solo a Forza Italia e  ad Angelino Joli… Si tratta di un contratto a tempo determinato per tutti, per poter ridurre immediatamente la disoccupazione giovanile, giunta a livelli drammatici.

Decisamente ostili i sindacati che vedono in questa misura  una eternizzazione della precarietà. Mai più la speranza di  un contratto a tempo indeterminato.  Posto fisso addio!

La liberalizzazione del mercato del lavoro, in termini di orari part- time e di  bassi salari  ( a 400 euro) era andata bene in Germania  all’inizio della crisi, e la disoccupazione era scesa al 6%.. Ma con la crescita della precarietà e dei mini-jobs sono molto aumentate le disuguaglianze salariali, con rischio di povertà  per i  giovani e per i futuri pensionati.

A Francoforte 100.000 funzionari pubblici sono scesi in piazza,  in sciopero, e hanno detto basta: i socialisti hanno chiesto un aumento della paga oraria a 8 euro e 50, e la Merkel ha dovuto accordarla, disincentivando i contratti a tempo determinato. Renzi propone invece il contrario:  un  progetto di legge per contratti a termine e con bassi salari.

 In Italia è impossibile adottare il modello del contratto di lavoro danese, dove è lo Stato che aiuta i licenziati con ricchi sussidi, finché non trovano un altro lavoro, dopo un contratto di apprendistato.  Perché lo Stato danese lo può fare? Perché le tasse sono alte e le pagano tutti: ci sono le risorse necessarie, mentre in Italia ha vinto il partito dell’evasione, e Renzi non  ha previsto di ostacolarlo e di ricuperare la refurtiva..

  CONCLUSIONE.

Non voteremo  per il PD il 25 maggio: Renzi è andato a Parigi,  ma non ha concordato un asse politico con Hollande, malgrado quello che hanno detto i giornali italiani.

 E’ andato a Berlino, ma dalla Merkel, impressionata dal suo dinamismo, non ha ottenuto concessioni né sul 3% del deficit-pil, né tanto meno sul Fiscal Compact, purtroppo firmato a larga maggioranza sia a destra che a sinistra.  Ha detto: “rispetteremo le regole sulle quali ci siamo impegnati.”

Questo vuol dire che per 20 anni dovremo pagare un tributo di 50 miliardi l’anno, il che significa  per i tedeschi eliminare la concorrenza delle imprese italiane a beneficio di quelle germaniche.  I PIGS , i paesi dell’Europa Mediterranea, Italia, Spagna, Portogallo e Grecia sono destinati a un futuro di sacrifici e di stenti.

Per questa ragione la sinistra del PD dovrebbe impegnarsi per raccogliere  150.000  firme per consentire alla lista Tsipras di presentarsi alle elezioni . Lo voteremo perché il suo programma è chiaro:

a)  Una lotta dura all’austerity

b)   No al Fiscal Compact

c)  Ha richiesto una conferenza europea sul debito, come si fece nel ’53 per consentire alla Germania di uscire dal disastro del conflitto.

Tsipras in Grecia ha lavorato duro contro la corruzione, sia dei partiti di destra che del grande  Pasok, socialista, e contro l’incompetenza economica dei deputati.

Si è scagliato contro la rapacità delle Istituzioni finanziarie internazionali che hanno gettato il popolo greco nella miseria.

Tsipras non è come Grillo, che si rivolta per protesta, ma costruisce positivamente piattaforme di proposte, canalizzando in energia positiva la sua richiesta di giustizia sociale,  per un’altra Europa, solidale verso i paesi del Sud.

 E’ un leader politico serio, che non dice come Renzi  tutto e il contrario di tutto, e crede ancora nel modello sociale,  la vera cifra dell’Europa, che la Destra  del PPE vuole smantellare.

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