Il dialogo lo vogliono tutti: il Pd, il Pdl, il
Presidente Monti. Per essere gentili.
Ma poi si fa come il governo ha già deciso.
E il PD sarebbe d’accordo.
Argomenti: Manca solo un pezzetto italiano per
completare il grande progetto Tav europeo, e non si può a questo punto rinunciare. Si farebbe una pessima figura,
anche di fronte alla Francia che ha scavato, ha investito e speso, ed è pronta
a collegarsi con noi. Queste le argomentazioni del Corriere della Sera. E poi
la regione Piemonte a governo Pd ha votato a favore, Fassino sindaco a Torino
anche, e ritengono di aver discusso abbastanza con i valsusini, per modificare
il tracciato e per accettare le loro proposte. Il tracciato è stato modificato,
la linea prevista è oggi essenzialmente
una linea di pianura, ma resta ancora una linea di montagna, sopra i 1300 metri, con una
galleria scavata nel 1871.
Mentre i francesi per evitare eventuali
conflittualità con la popolazione locale, hanno discusso il progetto prima di
realizzarlo, in Italia si è discusso
dopo averlo avviato.
Oggi gli economisti non mancano sulla scena nazionale e hanno
ribadito:
Al punto in cui siamo
l’opera si ha da fare!, (da
Scalfari allo stesso capo del Governo, che ha dichiarato di credere
nel progetto, non solo per averlo ereditato dal passato). A loro però non
dovrebbero sfuggire i dati economici che 5 sindaci della Val di Susa Sud hanno
più volte evocato.
a)
I passeggeri da Lione a Torino, all’andata e al ritorno sono, nell’arco di 10 anni, diminuiti di un
terzo.
b)
Altrettanto
dicasi per le merci: infatti la
giusta battaglia di mettere tutto su ferrovia per non inquinare l’atmosfera e le strade con i Tir, non ha dato finora i frutti sperati, e vedremo perché.
c)
La Tav assicurerebbe un vantaggio temporale di 20 minuti sul percorso per arrivare a Parigi da Roma.
Veramente poco, per gridare al miracolo!
Il costo
dell’impresa, valutato 20 anni fa a 20 miliardi, dopo le numerose discussioni
intercorse fra autorità istituzionali e comunità locali, è sceso a
8 miliardi, (di cui due e ottocentomila toccano all’Italia, il 40% all’Europa, e il
resto alla Francia), e della cifra
italiana potrebbe beneficiare anche una
Coop rossa di Ravenna che vinse la gara di appalto, al tempo del governo di
centro sinistra.
Ma a mio avviso il
vero motivo per il quale sarebbe
necessaria una moratoria è il pericolo
grave per la salute generale in Val di
Susa : infatti la perforazione della
montagna per la galleria di 12 km provocherebbe
una fuoruscita di amianto e di uranio, che
sappiamo essere altamente tossici e cancerogeni. E’ questo che terrorizza la comunità, che da sempre vive in un ex paradiso, con aria e acqua
ottime, e che teme il degrado ambientale, Quindi è determinata a bloccare il cantiere, ad occupare le strade e a manifestare pacificamente, per essere ancora ascoltata.(salvo poi
trascendere quando sale la tensione con
le forze dell’ordine.)
***
L’argomento cardine
di quanti sono favorevoli al progetto è:
Ce lo chiede l’Europa per la crescita e l’interscambio
commerciale, per poter collegare i territori, con un effetto di rete verso la Spagna e il Regno Unito, e
poi dal Portogallo a Kiev, passando ,
per Francia, Germania, per l’Ungheria .
L’Italia non può fare capricci. Lo dice il deputato
europeo Pd Deborah Serracchiani. Lo ha
ripetuto anche Bersani alla trasmissione
“Servizio pubblico”, e ora invoca un
intervento chiaro del Parlamento.
Io penso invece che bisognerebbe ottenere un’eventuale moratoria , con un argomento
di buon senso. Anche l’Europa, che ha
bisogno di buoni progetti di trasporto in questo momento ha poche risorse. In Italia siamo in grave crisi economica, e le finanze
dello stato sono esigue, per rimettere a posto il bilancio pubblico.
Capita anche alle
famiglie, ai pensionati di dover
programmare le spese secondo
l’urgenza prioritaria, poichè
il loro budget è falcidiato dall’inflazione al 4%.
Cosa
fare? Pagare la bolletta del gas, se no lo tagliano , o il canone TV?
Quindi le domande
sono due :
a) Perché il governo non ha sfruttato la galleria del
Frejus, che già esisteva, allargandola e adattandola alla nuova interconnessione
internazionale, per evitare
conflittualità?
b) La Tav Torino-Lione è veramente la sola cosa urgente da fare per
le nostre ferrovie ),mentre i treni regionali sono
in condizioni deplorevoli? (come già accertato da scrupolose inchieste
giornalistiche). Troppo lenti, rispetto al percorso necessario, con
sedili e toilettes guaste, corridoi sporchi,e porte
che non si aprono alle fermate. Costituiscono
un vero calvario per tutti i pendolari che hanno ancora la fortuna di andare al lavoro.
Anche le linee regionali attualmente in funzione non sono
sufficienti rispetto ai bisogni degli utenti, e non facilitano nemmeno gli spostamenti dei turisti in visita nel
paese. (E tutti sanno che importanza ha il turismo per la nostra economia) Per
esempio in Toscana non esiste una linea ferroviaria
diretta per andare dalla costa maremmana a Firenze, a Siena, a Lucca. Analogamente nel
Lazio, niente treni da Viterbo a Civitavecchia andata e ritorno. Eppure il porto è
importantissimo.
Se si trattava
di creare posti di lavoro
per i giovani questi erano i settori in cui investire. Possibile che
Moretti abbia pensato solo all’alta velocità?
.
II° Il Presidente Monti, è un economista
intelligente che ha salvato il paese dal baratro facendo scendere lo spread da
700 euro a 308, (sia pure gravando immensamente sui progetti di vita dei pensionandi.)
a) E’ stato fermo nel dire no ad alcune infrastrutture
megagalattiche come il Ponte di Messina, che non ha considerato affatto prioritario rispetto alle ferrovie e alle
autostrade ancora inesistenti, indispensabili per la Regione Sicilia.
b) Ha detto no alle Olimpiadi a Roma,
altro progetto faraonico demenziale in questo momento, (soprattutto a fronte
delle carenze ospedaliere nella capitale, e alla carenza di nidi e asili per
bimbi e anziani, senza dimenticare lo
stato delle strade, piene di buche, in pessime condizioni, peggiorate dopo mesi di
maltempo).
Forse potremmo attenderci dal Presidente un’attenta valutazione dei costi e dei benefici del progetto Tav in
Val di Susa, e soprattutto una
considerazione rispetto all’impatto ambientale, (previsti danni alle falde
acquifere) e alla salute della comunità, (si prevedono peggioramenti delle patologie
respiratorie e cardiopatiche, per
l’inquinamento dell’aria, senza contare
quelle cancerogene) e questo, tra l’altro, comporterebbe altre gravi spese per l’erario.
Domanda n.3: Il tunnel dovrà essere lungo 57 km, e all’Italia ne toccheranno 13.
Sarebbe meglio pagare un risarcimento alla Francia,
per il mancato collegamento o mesi di ospedale e di cure alle persone che si
ammaleranno per lo scavo del tunnel?(malgrado l’ottimismo del ministro
dell’Ambiente)
Per tutte queste
ragioni a me sembrerebbe saggia una moratoria sul progetto, con una buona
mediazione, per impedire i blocchi stradali, che danneggiano il turismo,(come
dicono i sindaci del Nord della Valle, favorevoli alla Tav ).
Lo stato di tensione si alleggerirebbe, e le decisioni
sarebbero possibili in un clima di maggiore serenità.
III° Le violenze, il ritorno delle vecchie BR
Credo che il procuratore capo a
Torino, Giancarlo Caselli abbia avuto assolutamente ragione
nel processare velocemente i violenti, estranei alla Val di Susa, venuti
da fuori per l’occasione, approfittando
del disagio sociale ed emotivo della
popolazione.
Ferrero che ha
organizzato manifestazioni anti-Tav in tutta Italia ha detto che ne conosce alcuni e che su di loro metterebbe la mano sul fuoco:
bisogna vedere che cosa risulterà dagli
accertamenti ulteriori. Comunque gli insulti contro il magistrato
sono stati un evidente auto-goal. Inaccettabili.
***
Io sento
personalmente il bisogno di ripercorrere
l’ azione delle BR nel nostro passato, ricordando
quanto la loro violenza abbia negativamente inciso sul
progresso riformistico del paese, congelando qualsiasi forma di dissenso
costruttivo e alternativo rispetto ai
governi dell’epoca, che pure avevano molti torti…
Ricordo in proposito
una conversazione avuta con Giorgio
Bocca, durante una serata in casa Pietromarchi, a Pescia Fiorentina nel
’78: Lui pubblicava sulle BR molti articoli su Repubblica, che a me però non
sembravano sufficientemente articolati: pensavo
infatti che, se alcuni brigatisti credevano
sinceramente di agire da rivoluzionari, ma non per questo favorevoli alla soppressione dello statista, Mario
Moretti, con la sua decisione di
uccidere Moro, aveva dimostrato di agire per conto di altri, di essere insomma un
infiltrato.
Moro era stato costretto a rinunciare a riforme incisive
quando era a capo dei governi di Centro-sinistra, soprattutto dopo l’assassinio
di Mattei, molto ammirato da Kennedy,
(ottobre ’62), e poi dopo l’assassinio dello stesso presidente degli Stati Uniti
(nov.63). Gli era venuto a mancare lo sponsor autorevole del progetto, e il miglior tramite per realizzarlo
nella persona di Mattei.
Chi era
Moretti? Aveva lavorato alla
Sit-Siemens, era esperto di nuove tecnologie, e probabilmente in contatto con la Cia, la cui nuova linea di
azione era di infiltrare agenti di
fiducia nei movimenti ribelli.
La strategia di Moro
era di
una cauta collaborazione col Pci, dopo
il Compromesso storico teorizzato
da Berlinguer, che aveva favorito il partito con la clamorosa
affermazione alle elezioni del 1976.
Una strategia basata sulla teoria delle convergenze
parallele” ( si accettavano i loro voti
sulle riforme, ma rimanevano al di fuori dal governo).
Per Kissinger, segretario di stato nel governo
Nixon, le “convergenze “ oltreché essere
un’aberrazione logico-geometrica, erano
molto pericolose, in piena guerra
fredda, poiché l’Urss, ai tempi di Breznjev, tornato ad annullare i principi
della coesistenza pacifica, era tutt’altro che affidabile.
Il compromesso del Pci però non piaceva nemmeno ai rivoluzionari…
Le Br erano
maturate su quel rifiuto all’Università di Trento, convinte che la corruzione della DC , con lo scandalo della Lockwed, avesse preso tali proporzioni
da rendere deprecabile qualsiasi accordo politico.
Leggevano da
bravi cattolici , come fosse il
catechismo, “Stato e Rivoluzione” di
Lenin. Quindi ci furono due convergenze parallele reali, contro Aldo Moro, e
lo statista le avrebbe pagate con la sua vita.
Moretti, istruito dalla Cia, aveva assunto quindi un
ruolo molto simile a quello di Asev in Russia : era un agente doppio, che faceva attentati per
fare arrestare i rivoluzionari-terroristi
dalla Ochrana, la polizia dello Zar. E così era accaduto con le sedicenti Brigate rosse.
Lo dissi con molta
franchezza a Giorgio Bocca, che mi guardò molto incuriosito.
Oggi disponiamo di nuovi elementi volti a far luce su quel tremendo
giorno del rapimento: le macchine presenti in Via Fani erano più di una, quella di
Moro non era stata sostituita da una blindata,(più volte richiesta e mai
concessa), e solo uno dei 5 agenti di scorta era un vero
professionista.(cfr. “L’affare Moro, di Leonardo Sciascia)
Il risultato fu una saldatura di unità nazionale
intorno al governo Andreotti, che si era fermamente opposto al salvataggio di Moro,
convincendo alla sua tesi anche il PCI.
***
Alla luce di queste considerazioni è lecito chiedersi
che funzione possa avere oggi, il
ritorno delle vecchie BR, uscite dal carcere, dopo aver scontato la pena.
In questo momento di crisi economica grave, di disagio
sociale profondo, potrebbero affrettare, con un clima di violenza,
l’avvento al potere di una nuova squadra di governo, decisionista,
autoreferenziale, che riproponga l’avvento di una nuova DC, per
un nuovo centro-destra, che rispondendo ancora agli interessi di Berlusconi, riunisca tutti i moderati, dal Pdl di Alfano,(con
o senza quid,) a Casini, a Rutelli, lasciando da parte la Lega.
Con un obiettivo: riformare fin da ora la Costituzione e le
Istituzioni, e bloccare il progetto di
democrazia partecipativa, nel rispetto della volontà dei cittadini, prefigurata dalla famosa foto di Vasto, e ricostruita ora
nelle primarie del PD a Palermo
col sostegno a Rita Borsellino.
Risultato:
riportare al potere la vecchia casta, più gattopardesca e auto-referenziale che mai, sfruttando
utilmente i dissensi di Veltroni e altri piddini, (A quanto si dice la nuova coalizione potrebbe essere guidata dal Min. Passera, ex-banchiere, che è apparso rigidamente decisionista anche sulla questione no-Tav)
Oggi è sceso in
piazza anche Storace con teodoro Bontempo, detto il pecora, con slogan molto
aggressivi contro il governo Monti.
La stampa, invece
di parlare nel merito dei problemi sulla
Tav in Val di Susa, ha sproloquiato sulla violenza eversiva brigatista. Obiettivo
raggiunto. Le BR colpiscono ancora. Mancava solo la destra del “Boia chi molla…
E secondo
Scalfari, intervistato sulla Sette da Daria Bignardi, il governo Monti starebbe
incarnando di nuovo la vecchia strategia di Moro: le convergenze
parallele. Fare le riforme richieste dal Pd, tenendolo fuori dal governo.
Obiettivo: ri-formare un paese in-forme, un paese dell’illecito sistematico, e fare una legge anti -corruzione, (chiesta
dall’Europa fin dal 1999, e mai
promulgata dal governo precedente.)
Conclusione.
Io credo che il
Presidente Monti, avendo espresso la sua
volontà di tornare alla Bocconi per completare il suo mandato di Rettore nel
2013, possa invece fare ancora molto in Europa per il nostro paese.
E’
importantissima ora la sua richiesta di far diventare europea e anche svizzera la lotta all’evasione fiscale, un furto
colossale alle casse pubbliche a detrimento dei più. Troppi sono ancora i
paradisi sul vecchio continente dove possono comodamente rifugiarsi risorse ingenti per scampare alle tasse. (uno di questi è lo
IOR. la Banca
vaticana a Roma)
Se Monti si
presentasse alle elezioni europee, forse riuscirebbe bene a ottenere quella
governance politica che non riuscì a Prodi di realizzare.
Governance fatta di crescita, ricerca e
posti di lavoro, così necessarie
a tutti in periodo di crisi, grazie a projects bond, con una BCE simile alla
Federal reserve americana, in sostegno ai paesi in crisi. Attuando una
direttiva contro l’evasione fiscale molto operativa. In un quadro politico nettamente orientato a
sinistra: in Francia, in Germania, e in Italia.
Non lo vedo invece
al governo in Italia dopo il
2013. I rancori per quanto ha dovuto
fare nel suo primo decreto, contro i deboli, gli falcerebbero il cammino.
Siccome anche grazie a lui e ai blitz contro gli evasori il clima è
cambiato, occorrono facce nuove,
radicali negli obiettivi e
competenti sulle soluzioni ai problemi, da cercare nella società civile.
E’ per questo che ora da Monti sarebbe lecito aspettarsi una riflessione sulla possibilità di una moratoria in Val di Susa, per calmare gli
animi, bloccare le violenze, con l’elaborazione di nuove normative sulle grandi opere, per coinvolgere le popolazioni prima della loro
realizzazione, come hanno fatto i francesi, ed evitare ogni tragica
conflittualità.
Oggi è urgente creare contemporaneamente nuove opportunità di lavoro per i giovani, seguendo
road maps per la crescita, già
felicemente sperimentate in Germania, in Danimarca ecc.
a) quella
delle energie rinnovabili, /fotovoltaica ed eolica), della banda larga, di efficienti linee
ferroviarie regionali, e, perché no, anche della Tav, soprattutto al Sud: con la Napoli-Bari, e la Roma-Palermo,
b) il completamento dell’autostrada
Salerno-Reggio Calabria,
c) il rinnovamento dei porti, così importanti per i collegamenti con l’altra riva del Mediterraneo.
d) sarebbe quanto mai auspicabile una
nuova politica industriale per i
trasporti eco-sostenibili, pubblici
e privati, affrontando con la Fiat, monopolista in Italia, il tema di una grande trasformazione, visto che il modello esistente di produzione è privo di sbocchi di mercato in Europa.
Si potrebbero sostenere investimenti per mezzi di trasporto collettivi, eco-sostenibili, o il car-sharing elettrico,
ideale per taxi mini-bus su lunghi percorsi, con tariffe pre-fissate.
e)
Senza
dimenticare tutte le iniziative necessarie per
il riassetto idro-geologico del territorio, con l’obiettivo di non vivere
in perenne fase di emergenza, a causa dei cambiamenti climatici.
Insomma un altro modello di sviluppo. Come chiedono i
No-Tav più maturi e preparati.
***
Addio, Lucio !
Vorrei concludere, esprimendo anche la
mia profonda emozione per la
scomparsa di Lucio Dalla:
“Balla,
balla ballerin,
Tutta la notte al mattin
Non fermarti!...
La sua canzone era la
mia preferita, ed è stata la colonna
sonora di un video pubblicitario per la
lingua italiana, da me realizzato a Parigi, con l’aiuto dei servizi televisivi
della prestigiosa E.N.A (una delle grandi scuole francesi per la formazione del
ceto dirigente amministrativo).
Ero responsabile del
servizio linguistico all’Istituto italiano di cultura, e i professori francesi dei licei e dell’Università mi
avevano chiesto quel documento per sollecitare gli studenti a scegliere l’italiano.
Fu possibile grazie all’italianista Pierre Noaro,docente all’Ena, consapevole
dell’importanza del progetto.
Allora, a metà degli
anni Ottamta, la nostra economia era
in piena ascesa, e le riviste
francesi pubblicavano le foto di Agnelli e De Benedetti, titolando: “L’Italie
des Condottiers ! Un video prestato
per l’occasione da Fiat -France
mostrava i robots in azione per il montaggio delle macchine, mentre la Uno trionfava come macchina dell’anno al Salone internazionale dell’auto a Ginevra.
Ora purtroppo non è
più così. La Fiat ha esportato all’estero i suoi capitali per
speculazioni finanziarie, senza investirli nella fabbrica: e oggi Marchionne dice
che chiuderà altri 2 stabilimenti, se non venderà negli Usa le sue macchine.
L’Italia per poter contare di nuovo, dovrebbe puntare soprattutto sul suo immenso patrimonio, artistico, culturale e scientifico,
da difendere e proteggere: i nostri paesaggi, i nostri musei, i nostri monumenti e
siti archeologici, le nostre
biblioteche, i nostri archivi, i nostri teatri, la nostra musica, la nostra
cucina. La memoria da salvare, e la ricerca da implementare.
E’ quindi con molta tristezza che dico addio a Lucio
Dalla e alla sua favolosa creatività, sbocciata in una
fase molto felice per il nostro paese,
nella speranza che riascoltando le sue
magnifiche canzoni, il dinamico successo di
quell’epoca possa un giorno tornare, sia
pure con
modalità profondamente diverse, visto che è cambiato il mondo.
Lucio Dalla era credente e gay:
viveva da anni con un compagno, e la Chiesa non ha voluto che alla messa funebre a S.Petronio si cantassero le sue canzoni,
soprattutto quelle d’amore.
Speriamo che il
Parlamento, prima che Monti torni alla Bocconi, oltre a una bella legge
anti-corruzione, possa varare una nuova legge elettorale, e rispondere positivamente al milione di firme raccolte
per il referendum abrogativo del Porcellum.
Bisogna firmare l’appello di Libertà e Giustizia su
Repubblica!
Se la sinistra prevarrà alle elezioni ,potremo avere forse, dopo il
2013,anche una legge giusta sui diritti
civili, come quelle che esistono dappertutto in Europa.
Arrivederci dunque, per una primavera italiana nuova e forte, nel rispetto della sua Costituzione, sempre
più vicina alla civiltà del rispetto per
le differenze, e soprattutto della legalità.
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