lunedì 5 marzo 2012

Alta velocità: voracità davvero prioritaria?


Il dialogo lo vogliono tutti: il Pd, il Pdl, il Presidente Monti. Per essere gentili.
Ma poi si fa come il governo ha già deciso.
E il PD sarebbe d’accordo.
 Argomenti: Manca solo un pezzetto italiano per completare il grande progetto Tav europeo, e non si può a questo punto  rinunciare. Si farebbe una pessima figura, anche di fronte alla Francia che ha scavato, ha investito e speso, ed è pronta a collegarsi con noi. Queste le argomentazioni del Corriere della Sera. E poi la regione Piemonte a governo Pd ha votato a favore, Fassino sindaco a Torino anche, e ritengono di aver discusso abbastanza con i valsusini, per modificare il tracciato e per accettare le loro proposte. Il tracciato è stato modificato, la linea prevista è  oggi essenzialmente una linea di pianura, ma resta ancora una linea di montagna, sopra i 1300 metri, con una galleria scavata nel 1871.
 Mentre i francesi per evitare eventuali conflittualità con la popolazione locale, hanno discusso il progetto prima di realizzarlo, in Italia  si è discusso dopo averlo avviato.
Oggi   gli economisti  non mancano sulla scena nazionale e   hanno ribadito:  
Al punto in cui siamo l’opera si ha da fare!, (da Scalfari  allo stesso  capo del Governo, che ha dichiarato di credere nel progetto, non solo per averlo ereditato dal passato).  A loro   però non dovrebbero sfuggire i dati economici che 5 sindaci della Val di Susa Sud hanno più volte evocato.
a)                 I passeggeri da Lione a Torino, all’andata e al ritorno  sono, nell’arco di 10 anni, diminuiti di un terzo.
b)                Altrettanto dicasi per le merci: infatti la giusta battaglia di mettere tutto su ferrovia per non inquinare l’atmosfera  e le strade con i Tir,  non ha dato finora  i frutti sperati, e vedremo perché.
c)                 La Tav assicurerebbe un  vantaggio  temporale di 20 minuti  sul percorso per arrivare a Parigi da  Roma.
Veramente poco, per gridare al miracolo!

Il costo dell’impresa, valutato 20 anni fa a 20 miliardi, dopo le numerose discussioni intercorse fra autorità istituzionali e comunità locali,  è sceso a 8 miliardi, (di cui  due  e ottocentomila  toccano all’Italia, il 40% all’Europa, e il resto alla Francia), e  della cifra italiana potrebbe beneficiare  anche una Coop rossa di Ravenna che vinse la gara di appalto, al tempo del governo di centro sinistra.
Ma a mio avviso il vero motivo per il quale sarebbe necessaria una moratoria  è il pericolo grave  per la salute generale in Val di Susa : infatti  la perforazione della montagna per la galleria  di 12 km  provocherebbe una fuoruscita di amianto e di uranio, che sappiamo essere altamente tossici e cancerogeni. E’ questo che  terrorizza  la comunità, che da sempre  vive in un ex paradiso, con aria e acqua ottime, e che  teme  il degrado ambientale, Quindi è  determinata  a bloccare il cantiere,  ad occupare le strade e a manifestare pacificamente,  per essere ancora ascoltata.(salvo poi trascendere quando sale  la tensione con le forze dell’ordine.)
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L’argomento cardine di quanti sono favorevoli al progetto è:  
Ce lo chiede l’Europa per la crescita e l’interscambio commerciale, per poter collegare i territori,  con un effetto di rete verso la Spagna e il Regno Unito, e poi dal  Portogallo a Kiev, passando , per Francia, Germania, per l’Ungheria .
L’Italia non può fare capricci. Lo dice il deputato europeo  Pd Deborah Serracchiani. Lo ha ripetuto  anche Bersani alla trasmissione “Servizio pubblico”,  e ora invoca un intervento chiaro  del Parlamento.

Io penso  invece che   bisognerebbe  ottenere un’eventuale moratoria , con  un  argomento di buon senso. Anche l’Europa, che ha bisogno di buoni progetti di trasporto in questo momento ha poche risorse. In Italia  siamo in grave crisi economica, e le finanze dello stato sono esigue, per rimettere a posto il bilancio pubblico.
Capita anche alle famiglie, ai pensionati di dover  programmare le spese secondo  l’urgenza  prioritaria, poichè il  loro budget è  falcidiato dall’inflazione al 4%.
 Cosa fare?  Pagare la bolletta del gas,  se no lo tagliano , o il canone TV?
Quindi le domande sono due :  
a) Perché  il governo non ha sfruttato la galleria del Frejus, che già esisteva, allargandola e adattandola alla nuova interconnessione internazionale,  per evitare conflittualità?
b) La Tav Torino-Lione  è veramente la sola cosa urgente da fare per le nostre  ferrovie ),mentre   i treni regionali  sono  in condizioni deplorevoli? (come già  accertato da scrupolose inchieste giornalistiche). Troppo  lenti, rispetto al percorso necessario, con sedili e toilettes guaste, corridoi sporchi,e  porte  che non si aprono alle fermate. Costituiscono un vero calvario per tutti i pendolari  che hanno ancora la fortuna di andare  al lavoro.
Anche le linee regionali  attualmente  in funzione  non sono  sufficienti rispetto ai bisogni degli utenti,  e non facilitano nemmeno  gli spostamenti dei turisti in visita nel paese. (E tutti sanno che importanza ha il turismo per la nostra economia)  Per esempio   in Toscana  non esiste una linea  ferroviaria  diretta per andare dalla costa maremmana  a Firenze, a Siena, a Lucca. Analogamente nel Lazio, niente treni da Viterbo a Civitavecchia  andata e ritorno. Eppure il porto è importantissimo.
Se si trattava  di  creare posti di  lavoro  per i giovani questi erano i settori in cui investire. Possibile che Moretti abbia pensato solo all’alta velocità?
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II°  Il Presidente Monti, è un economista intelligente che ha salvato il paese dal baratro facendo scendere lo spread da 700 euro a 308, (sia pure gravando immensamente sui progetti di vita dei  pensionandi.)
a) E’ stato fermo nel dire no ad alcune infrastrutture megagalattiche come il Ponte di Messina, che  non ha considerato affatto  prioritario rispetto alle ferrovie e alle autostrade  ancora inesistenti,  indispensabili per la Regione Sicilia. 

b) Ha detto no alle Olimpiadi a Roma,
altro progetto faraonico demenziale  in questo momento, (soprattutto a fronte delle carenze ospedaliere nella capitale, e alla carenza di nidi e asili per bimbi e anziani,   senza dimenticare lo stato  delle strade, piene di buche, in  pessime condizioni, peggiorate dopo mesi di maltempo).
Forse  potremmo  attenderci dal Presidente   un’attenta valutazione  dei costi e dei benefici del progetto Tav in Val di Susa, e soprattutto una considerazione rispetto all’impatto ambientale, (previsti danni alle falde acquifere)  e alla  salute della comunità,  (si prevedono peggioramenti delle patologie respiratorie e cardiopatiche,  per l’inquinamento dell’aria, senza contare  quelle cancerogene) e questo, tra l’altro,  comporterebbe altre gravi spese per l’erario.

Domanda n.3:  Il tunnel dovrà essere lungo 57 km, e all’Italia  ne toccheranno 13.
Sarebbe meglio pagare un risarcimento alla Francia, per il mancato collegamento o mesi di ospedale e di cure alle persone che si ammaleranno per lo scavo del tunnel?(malgrado l’ottimismo del ministro dell’Ambiente)

Per tutte queste ragioni   a me sembrerebbe   saggia una moratoria sul progetto, con una buona mediazione, per  impedire  i blocchi stradali, che danneggiano il turismo,(come dicono i sindaci del Nord della Valle, favorevoli alla Tav ).
Lo stato di tensione si alleggerirebbe, e le decisioni sarebbero possibili in un clima di  maggiore serenità.

III° Le violenze, il ritorno delle vecchie BR
Credo che il procuratore capo   a Torino, Giancarlo   Caselli abbia avuto assolutamente  ragione  nel processare velocemente i violenti, estranei alla Val di Susa, venuti da fuori per l’occasione,  approfittando del disagio sociale ed emotivo della  popolazione.
Ferrero che ha organizzato manifestazioni anti-Tav in tutta Italia  ha detto che ne conosce alcuni e  che su di loro metterebbe la mano sul fuoco: bisogna vedere che cosa  risulterà dagli accertamenti ulteriori.  Comunque gli insulti contro il magistrato sono stati un evidente auto-goal. Inaccettabili.
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Io sento personalmente il bisogno di   ripercorrere l’ azione  delle BR nel  nostro  passato, ricordando  quanto la loro  violenza abbia negativamente inciso sul progresso riformistico del paese, congelando qualsiasi forma di dissenso costruttivo e alternativo  rispetto ai governi dell’epoca, che pure avevano molti torti…
Ricordo in proposito una conversazione avuta con Giorgio Bocca, durante una serata in casa Pietromarchi, a Pescia Fiorentina nel ’78: Lui pubblicava sulle BR  molti  articoli su Repubblica, che a me però non sembravano sufficientemente articolati: pensavo infatti che, se alcuni  brigatisti credevano sinceramente di  agire da  rivoluzionari, ma non per questo  favorevoli alla soppressione dello statista, Mario Moretti,  con la sua decisione di uccidere Moro, aveva dimostrato di agire per conto di altri, di essere insomma un infiltrato.

Moro era stato  costretto a rinunciare a riforme incisive quando era a capo dei governi di Centro-sinistra, soprattutto dopo l’assassinio di Mattei, molto ammirato  da Kennedy, (ottobre ’62), e poi dopo l’assassinio dello stesso presidente degli Stati Uniti (nov.63). Gli era venuto a mancare lo sponsor autorevole del  progetto, e il miglior tramite per realizzarlo nella persona di Mattei.
 Chi era Moretti? Aveva lavorato alla  Sit-Siemens, era esperto  di  nuove tecnologie,  e probabilmente in contatto con la Cia, la cui nuova linea di azione  era di infiltrare agenti di fiducia nei movimenti ribelli.
La strategia di Moro era  di  una  cauta collaborazione  col Pci, dopo  il  Compromesso storico teorizzato da Berlinguer, che  aveva  favorito il partito con    la clamorosa  affermazione alle elezioni del 1976.
Una strategia   basata sulla teoria delle convergenze parallele” ( si accettavano  i loro voti sulle riforme, ma  rimanevano al di  fuori dal governo).
 Per Kissinger, segretario di stato nel governo Nixon, le “convergenze “  oltreché essere un’aberrazione logico-geometrica, erano molto  pericolose, in piena guerra fredda, poiché l’Urss, ai  tempi  di Breznjev, tornato ad annullare i principi della coesistenza pacifica,  era  tutt’altro che  affidabile.
Il compromesso del Pci  però non piaceva nemmeno ai rivoluzionari…
Le Br  erano maturate  su quel rifiuto  all’Università di Trento, convinte  che la corruzione della DC , con  lo scandalo della Lockwed, avesse preso tali proporzioni da rendere deprecabile qualsiasi accordo politico.
Leggevano  da bravi cattolici , come fosse  il catechismo,  “Stato e Rivoluzione” di Lenin. Quindi ci furono due convergenze parallele reali,  contro Aldo  Moro,  e lo statista   le avrebbe  pagate   con la sua vita.

Moretti, istruito dalla Cia, aveva assunto quindi un ruolo molto simile a quello di Asev in Russia : era  un agente doppio, che faceva attentati per fare arrestare i  rivoluzionari-terroristi dalla Ochrana, la polizia dello Zar. E così era accaduto con le  sedicenti Brigate rosse.
Lo dissi con molta franchezza a Giorgio Bocca, che mi guardò molto incuriosito.
 Oggi disponiamo di nuovi elementi  volti a far luce su  quel tremendo  giorno del rapimento: le macchine  presenti in Via Fani erano più di una, quella di Moro non era stata sostituita da una blindata,(più volte richiesta e mai concessa),   e solo uno dei 5 agenti di scorta era un vero professionista.(cfr. “L’affare Moro, di Leonardo Sciascia)
Il risultato fu una saldatura di unità nazionale intorno al governo Andreotti, che si era  fermamente opposto al salvataggio di Moro, convincendo alla sua tesi anche il PCI.
                                                               ***
Alla luce di queste considerazioni è lecito chiedersi che funzione  possa avere oggi, il ritorno delle vecchie BR, uscite dal carcere, dopo aver scontato la pena. 
In questo momento di crisi economica grave, di disagio sociale profondo,  potrebbero  affrettare, con un clima di violenza, l’avvento al potere di una nuova squadra di governo, decisionista, autoreferenziale,  che riproponga l’avvento di una nuova DC, per un nuovo centro-destra, che rispondendo ancora agli interessi di Berlusconi,  riunisca tutti i moderati, dal Pdl di Alfano,(con o senza quid,) a Casini, a Rutelli, lasciando da parte la Lega.
  Con un obiettivo: riformare  fin da ora la Costituzione e le Istituzioni, e  bloccare il progetto di democrazia partecipativa, nel rispetto della volontà dei cittadini,  prefigurata  dalla famosa foto di Vasto, e ricostruita  ora  nelle primarie del PD  a Palermo col sostegno a Rita Borsellino.
 Risultato: riportare  al potere la vecchia  casta, più gattopardesca e  auto-referenziale che mai, sfruttando utilmente i dissensi di Veltroni e altri piddini, (A quanto si dice la nuova coalizione   potrebbe essere guidata dal Min. Passera,  ex-banchiere, che è apparso rigidamente  decisionista anche sulla questione no-Tav)
Oggi è sceso in piazza anche Storace con teodoro Bontempo, detto il pecora, con slogan molto aggressivi contro il governo Monti.
 La stampa, invece di parlare nel merito dei problemi  sulla Tav in Val di Susa, ha  sproloquiato  sulla violenza eversiva brigatista. Obiettivo raggiunto. Le BR colpiscono ancora.  Mancava solo la destra del “Boia chi molla…
 E secondo Scalfari, intervistato sulla Sette da Daria Bignardi, il governo Monti starebbe incarnando  di nuovo la  vecchia strategia di Moro: le convergenze parallele. Fare le riforme richieste dal Pd, tenendolo fuori dal governo.
Obiettivo:  ri-formare un paese in-forme, un paese  dell’illecito sistematico, e  fare una legge anti -corruzione, (chiesta dall’Europa  fin dal 1999, e mai promulgata dal governo precedente.)

Conclusione.
Io credo che il Presidente Monti, avendo  espresso la sua volontà di tornare alla Bocconi per completare il suo mandato di Rettore nel 2013, possa invece  fare ancora  molto in Europa  per il nostro paese.  
 E’ importantissima  ora la sua richiesta di  far diventare europea e anche svizzera  la lotta all’evasione fiscale, un furto colossale alle casse pubbliche a detrimento dei più. Troppi sono ancora i paradisi sul vecchio continente dove possono comodamente  rifugiarsi risorse ingenti  per scampare alle tasse. (uno di questi è lo IOR. la Banca vaticana a Roma)
  Se Monti si presentasse alle elezioni europee, forse riuscirebbe bene a ottenere quella governance politica  che non riuscì  a Prodi di realizzare.
Governance fatta di crescita,  ricerca e  posti di lavoro,  così necessarie a tutti in periodo di crisi, grazie a projects bond, con una BCE simile alla Federal reserve americana, in sostegno ai paesi in crisi. Attuando una direttiva contro l’evasione fiscale molto operativa. In un quadro politico nettamente orientato a sinistra: in Francia, in Germania, e in Italia.
Non lo vedo invece  al governo  in Italia dopo il 2013. I rancori per quanto  ha dovuto fare nel suo primo decreto, contro i deboli,  gli falcerebbero il cammino.
 Siccome  anche grazie a lui  e ai blitz contro gli evasori il clima è cambiato, occorrono facce nuove,  radicali negli obiettivi  e competenti  sulle soluzioni ai  problemi, da cercare nella  società civile.
E’ per questo che  ora da Monti sarebbe lecito  aspettarsi  una riflessione sulla possibilità di una moratoria in Val di Susa, per calmare gli animi, bloccare le violenze,  con  l’elaborazione di  nuove normative sulle grandi opere, per  coinvolgere le popolazioni prima della loro realizzazione, come hanno fatto i francesi, ed evitare ogni tragica conflittualità.

 Oggi è urgente  creare contemporaneamente nuove opportunità  di lavoro per i giovani, seguendo road maps per la crescita,  già felicemente  sperimentate   in Germania, in Danimarca ecc.
a)  quella delle energie rinnovabili, /fotovoltaica ed eolica),  della banda larga, di efficienti linee ferroviarie regionali, e, perché no, anche della Tav, soprattutto  al Sud: con la  Napoli-Bari, e la  Roma-Palermo,
 b) il completamento dell’autostrada Salerno-Reggio Calabria,
c) il rinnovamento dei porti,  così importanti  per i collegamenti con l’altra riva del Mediterraneo.
d)    sarebbe quanto mai auspicabile  una nuova  politica industriale per i trasporti eco-sostenibili, pubblici e privati,  affrontando  con la Fiat, monopolista  in Italia, il tema  di una grande trasformazione, visto che  il modello esistente di produzione  è privo di sbocchi di mercato in Europa.
Si potrebbero   sostenere investimenti per  mezzi di trasporto  collettivi, eco-sostenibili, o  il car-sharing  elettrico,  ideale per  taxi mini-bus  su lunghi percorsi, con tariffe pre-fissate.
e)                 Senza dimenticare tutte le iniziative necessarie per il riassetto idro-geologico del territorio, con l’obiettivo di non vivere in perenne fase di emergenza, a causa dei cambiamenti climatici.
Insomma un altro modello di sviluppo. Come chiedono i No-Tav più maturi e preparati.
                                                ***

Addio, Lucio !
Vorrei  concludere, esprimendo  anche la  mia  profonda emozione per la scomparsa di Lucio Dalla:
 Balla, balla ballerin,
Tutta la notte al mattin
Non fermarti!...
La sua canzone era la mia preferita, ed  è stata la colonna sonora di un  video pubblicitario per la lingua italiana, da me realizzato a Parigi, con l’aiuto dei servizi televisivi della prestigiosa E.N.A (una delle grandi scuole francesi per la formazione del ceto dirigente amministrativo).
Ero responsabile del servizio linguistico all’Istituto italiano di cultura, e i professori  francesi dei licei e dell’Università mi avevano chiesto quel documento per sollecitare gli studenti a scegliere l’italiano. Fu possibile grazie all’italianista  Pierre Noaro,docente all’Ena, consapevole dell’importanza del progetto.
Allora, a metà degli anni Ottamta, la nostra economia  era in  piena ascesa, e  le riviste  francesi pubblicavano le foto di Agnelli e De Benedetti, titolando: “L’Italie  des Condottiers ! Un video prestato  per l’occasione  da Fiat -France mostrava i robots in azione per il montaggio delle macchine, mentre la Uno trionfava come  macchina dell’anno  al Salone  internazionale dell’auto a Ginevra.
Ora purtroppo non è più così. La Fiat  ha esportato all’estero i suoi capitali per speculazioni finanziarie, senza investirli nella fabbrica: e oggi Marchionne dice che chiuderà altri 2 stabilimenti, se non venderà negli Usa le sue macchine.
L’Italia  per  poter contare di nuovo, dovrebbe  puntare  soprattutto sul  suo immenso  patrimonio, artistico, culturale e scientifico,  da difendere e proteggere:  i nostri  paesaggi, i nostri musei, i nostri monumenti e siti archeologici,  le nostre biblioteche, i nostri archivi, i nostri teatri, la nostra musica, la nostra cucina. La memoria da salvare, e la ricerca da implementare.
  E’ quindi con molta tristezza che dico  addio a Lucio Dalla  e alla sua  favolosa creatività, sbocciata   in  una fase molto felice  per il nostro paese, nella speranza  che riascoltando le sue magnifiche  canzoni, il  dinamico successo   di quell’epoca  possa un giorno  tornare, sia pure  con  modalità profondamente diverse, visto che è cambiato il mondo.
Lucio Dalla era credente e  gay:  viveva da anni con un compagno, e la Chiesa non ha voluto che  alla messa funebre  a S.Petronio si cantassero le sue canzoni, soprattutto quelle d’amore.  
Speriamo che  il Parlamento, prima che Monti torni alla Bocconi, oltre a una bella legge anti-corruzione,  possa varare   una nuova legge elettorale, e rispondere  positivamente al milione di firme raccolte per il referendum abrogativo del Porcellum.

Bisogna firmare l’appello di Libertà e Giustizia su Repubblica!  
Se la sinistra prevarrà  alle elezioni ,potremo avere forse, dopo il 2013,anche  una legge giusta sui diritti civili, come quelle che esistono dappertutto in Europa.
Arrivederci dunque, per  una primavera italiana nuova e  forte, nel rispetto della sua Costituzione, sempre più vicina alla civiltà  del rispetto per le differenze, e soprattutto della legalità.

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