giovedì 30 gennaio 2014

Hollande e l’Europa

François è ancora di sinistra?- si chiede angosciato il Nouvel Observateur, dopo la sua ultima conferenza stampa sulla politica economica….
Mentre tutti  i giornali parlavano  delle sue gesta in  motorino, per andare ad amoreggiare  con la bella Julie,  e della crisi di crepacuore della première dame  Valerie, ricoverata all’ospedale,  mi sembra che valga  invece la pena di evidenziare la brusca sterzata con la quale il Presidente  ha tradito le sue promesse elettorali tanto  sul piano della politica  economica in Francia quanto  in politica estera.
Ci aveva  fatto molto sperare la sua vittoria!:  Si era infatti schierato dalla parte di un blocco mediterraneo ( Francia, Italia, Spagna) , da contrapporre alla rigidità dell’austerity tedesca,  come unico modo corretto di combattere la crisi economica.( rapporto del 3% deficit-pil, e fiscal compact) Era stata quella la linea Sarkosy. che lui voleva combattere
Ora invece ha ribadito la scelta dell’asse tradizionale franco-germanico per guidare la U.E., e questo in 3 settori chiave
a)    La difesa, ( con le forze armate unite, per interventi congiunti in Africa centrale)
b)  Energia elettrica francese, in surplus, a disposizione della Germania
c)   La politica fiscale per le imprese da armonizzare nei 2 paesi.

  Oltre alla  domanda del Nouvel Observateur  c’è anche l’invito di Crhristine Ochrent  a svegliarsi,  perché la Francia è cambiata, e il  tasso di popolarità di Hollande  si è abbassato. 
Sono riserve   emerse  dopo la sua  ultima conferenza  stampa:   quando il Presidente ha annunciato  30 miliardi di sgravi fiscali per le imprese in difficoltà produttiva, ma invece    per i servizi offerti ai lavoratori e alle famiglie ha proposto solo tagli.

In Italia il problema principale è la vertiginosa caduta dei salari e la perdita del posto di lavoro, che sta bloccando la domanda interna, togliendo al sistema produttivo  la fonte prima per sopravvivere.
Il paese resterà con i problemi del debito e con la deflazione, mentre le famiglie hanno perso la loro  funzione di ammortizzatore sociale, con  i licenziamenti  generalizzati.

 Perfino la Bundesbank sostiene che nel Sud-Europa occorre una tassa patrimoniale per ridistribuire  i redditi e le tasse, per orientare la spesa pubblica verso una nuova politica industriale, volta ad assicurare investimenti in innovazione e ricerca.

Si tratta quindi di smettere di far pagare la crisi agli operai del manifatturiero,( come accade  a quelli delll’ Elettrolux) ai quali la multinazionale svedese propone  un salario di 700 euro ( a fronte dei 1200 euro mensili, attualmente  i più bassi d’Europa), altrimenti si vedrà obbligata a de localizzare in Polonia, dove il lavoro costa la metà.
La fabbrica non sceglie di andare in Cina, ma in un altro paese della U.E.
  Allora ci chiediamo a che serve l’Europa , visto che la Commissione a Bruxelles non è finora riuscita ad armonizzare i salari, a  fronte dello stesso  lavoro, né gli investimenti innovativi per una crescita in tutto il Continente?
 Se poi la popolazione europea tende a invecchiare, e a vivere più a lungo  bisognerà creare fondi speciali per le pensioni                    e per la salute degli anziani.

Per questo ho deciso  di firmare l’appello di Micromega , sottoscritto da Flores D’Arcais, Barbara Spinelli, Dario Fo,   Andrea Camilleri, Luciano Gallino, Marco Revelli  per la lista di sinistra  guidata da Alexej Tsypras  alle prossime elezioni europee del maggio 2014-.
Vogliamo l’Europa sognata da Altiero Spinelli a Ventotene nel 1943. E sono felice che  abbia firmato  anche  Michele Serra, Spero che Servizio Pubblico faccia propaganda  per questa posizione, giovedì.
 Siamo ancora le anime belle che vogliono l’Europa giusta, contro quella  del rigore, sostenuta dal PPE, e quella anti-europea della Lega e di Marine Le Pen. Bisogna rinegoziare i trattati , sia quello del rapporto deficit-Pil al 3 %, che quello ancora più grave del fiscal compact . La Spd prima di essere socialista è innanzitutto tedesca e vuole come Presidente della UE Schulz, al posto dell’inconsistente  Barroso. Non ci aspettiamo che Renzi faccia una scelta diversa:  ( di Europa non capisce niente,)
 Ma noi siamo dalla parte del greco Alexis Tsipras, per la lista  Syriza.
Avendo subito nel suo paese la grande ingiustizia del rigore voluto dalla Merkel, che ha impoverito tutta la popolazione, annullato tutti i diritti conquistati in lunghi  anni di lotta,    privilegiando   gli interessi finanziari delle banche tedesche. Tsipras appoggiato dalla sinistra europea,  ha accettato  il nostro sostegno.
OBIETTIVO   GIUSTIZIA E LIBERTA’!  L’Europa ai cittadini, e non alle banche.

1 commento:

  1. Cara Mara, nel tuo articolo scrivi: "Perfino la Bundesbank sostiene che nel Sud-Europa occorre una tassa patrimoniale per ridistribuire i redditi e le tasse, per orientare la spesa pubblica verso una nuova politica industriale, volta ad assicurare investimenti in innovazione e ricerca".

    Al solito devo riprenderti, citando il documento originale cui fai riferimento, tradotto da Carmen di Voci dall'estero (Quel che si dice nel Rapporto della Bundesbank sull'Imposta Patrimoniale Una Tantum). Si legge nel documento della Bundesbank:

    "Il pubblico consenso e la fattibilità politica di un'imposta patrimoniale una tantum potrebbero essere rafforzate presentandola come uno strumento di redistribuzione del reddito, che vale a integrare gli sforzi di austerità, che assicura che gli individui ricchi si assumano una quota maggiore dell'onere dell'aggiustamento".

    Ora ti faccio sommessamente notare che mentre una patrimoniale in un paese a moneta sovrana il cui debito pubblico sia detenuto dai suoi stessi cittadini (e in regime di vincoli alla circolazione dei capitali) avrebbe certamente un effetto redistributivo perché "i soldi tolti ai ricchi finirebbero ai loro connazionali poveri", nel caso dell'Italia imprigionata nel trattato di Maastricht le cose andrebbero in modo radicalmente diverso. Infatti:

    Punto 1: una quota rilevante del debito pubblico è in mani estere, per cui i soldi tolti ai "ricchi italiani" finirebbero ai "ricchi residenti all'estero" sotto forma di rimborsi dei loro crediti

    Punto 2: in regime di circolazione dei capitali, una patrimoniale colpirebbe soprattutto la classe media. I grandi capitali, infatti, troverebbero più facilmente il modo di mettersi al sicuro.

    Infine, è molto probabile (direi sicuro) che la patrimoniale di cui parla la Bundesbank consisterà in una forte tassazione sugli immobili, causandone una rovinosa caduta dei prezzi e, appunto, la rovina della classe media. Per non parlare del fatto che potrebbero decidere l'imposizione di una patrimoniale una tantum con possibilità di rateizzazione. Pensa all'effetto paradossale: la classe media, per pagare le rate per la restituzione del debito estero dovrebbe indebitarsi proprio con quelle banche estere così ansiose di rientrare nei loro crediti. Gli pagheremmo gli interessi sui soldi che gli restituiamo!

    E tutto ciò perché per non svalutare uscendo dall'euro? Una patrimoniale avrebbe un effetto redistributivo SOLO E SOLTANTO con una moneta sovrana e in regime di vincoli alla circolazione dei capitali. Ma certo, se avessimo queste condizioni, non servirebbe nemmeno più.

    Scrive Stefano D'andrea: «Il problema è l'Unione europea in sé considerata e quindi il mercato unico, il quale, a rigore, a causa del divieto di "tutte le restrizioni" alla circolazione dei capitali "tra Stati membri nonché tra Stati membri e paesi terzi" (art. 63 del TFUE) è in realtà (la necessità di accettare) il mercato finanziario globale, la concorrenza internazionale nello produzione e nello scambio di merci e servizi e, pertanto, la deflazione salariale strutturale (la quale è, diciamolo chiaramente, il "valore" fondante dell'Unione europea)».

    Quanto a Tsipras, consentimi una battuta: dopo il "boucher avec le tablier rose" (Hollande) adesso ti illudi con lo "κρεοπωλείο ποδιά με ροζ"! Insomma, macellai con il grmbiule rosa in tutte le 24 lingue di questa Unione del menga (così gli schizzi di sangue si vedono di meno).

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