giovedì 9 gennaio 2014

Piranito: colto da aneurisma

Tutto avrei potuto immaginare su Repubblica tranne il delirio di Mario Pirani nel suo articolo del 6 febbraio , con  la proposta di sopprimere “Il fatto quotidiano” per vilipendio al Capo dello Stato, criticato quotidianamente da tutti i collaboratori del giornale, dal Direttore Padellaro a Travaglio.

Sono solita acquistare in alternativa Repubblica e “il Fatto”, integrando le notizie dell’una con  tutte quelle che ha taciuto,  e che ritrovo su  “Il fatto” ( quando  ho la fortuna di  comprarlo , prima che sia esaurito in edicola.)

A proposito di Giorgio Napolitano debbo di4re che era già ampiamente criticabile quando era del PCI : infatti nel ’56 si era schierato  con L’Urss e i suoi carri armati a Budapest,  criticando aspramente Antonio Giolitti,  severamente processato da tutti gli altri miglioristi di destra, come Amendola: infatti aveva osato dire che al concetto marxiano  di dittatura  del proletariato,, lui ‘preferiva da sempre il concetto gramsciano di egemonia culturale.

Quando Antonio è scomparso, nel 2009 Napolitano si è ravveduto, dicendo che aveva avuto ragione lui,  schierato per primo dalla parte degli operai ungheresi in sciopero contro i tanks sovietici.
 Una bella prontezza di riflessi, non c’è che dire: ammettere un errore   con  50 anni di ritardo  Esemplare!
 Nel ’92-93  Pirani aveva vilipeso a cuor leggero Cossiga, mentre Scalfari aveva proposto per il Presidente una perizia psichiatrica: segno che l’istituzione suprema  era a quel tempo duramente criticabile. Non si ponevano problemi a Repubblica.

Altri errori del Presidente:
a)    aver proposto, insieme ai saggi da lui  nominati , lo scardinamento dell’art.138 della Costituzione, che presuppone lo scardinamento della seconda parte della carta, la  migliore d’Europa. Molti cittadini sono scesi in piazza contro il progetto.
b)    Quando la procura di Palermo , che conduce la sua inchiesta sulla trattativa Stato-mafia, intercettando le telefonate di Mancino, era capitata sui suoi interlocutori, prima il magistrato D’Ambrosio, consulente del Quirinale, ma poi proprio su Giorgio Napolitano, il Presidente ha chiesto alla Consulta di intervenire ritenendo che ci fosse stata una lesione della sua privacy, chiedendo alla Procura di distruggere le intercettazioni ( cosa che non poteva fare, senza l’intervento del GUP, come prescrive la legge) Il Procuratore capo aveva precisato che le intercettazioni erano prive di  rilevanza penale, e comunque, ben custodite negli armadi, non una sola parola era stata diffusa dai giornali.

c)     Quando il pool ha convocato il Presidente a testimoniare per chiarire che cosa il magistrato D’Ambrosio scomparso avesse voluto dire quando aveva affermato di essere stato messo in trappola dai poteri forti, Napolitano, pur accettando la convocazione, aveva dichiarato alla stampa che non riteneva di essere in qualche modo utile, perché al riguardo non sapeva nulla di preciso. Anticipava cioè il giudizio dei magistrati.

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La mia domanda è ora rivolta a Pirani,  ma anche a Scalfari,  molto legato a Napolitano.
1)  perché il Presidente non può essere criticato? E’ pur sempre un uomo, e come tale quindi può sbagliare.
2) Come si fa a chiedere la sospensione di un giornale , la sua chiusura? E’ forse per ragioni di concorrenza, in tempi di crisi, visto che le copie vendute di Repubblica sono diminuite?
Come cittadina ho varie osservazioni da fare sul Presidente:
1)   E’ vero che ci ha liberato da Berlusconi, che aveva messo sul lastrico il paese, con lo spread: ma ci ha messo nelle braccia di Mario Monti e del suo governo che in 2 anni, a furia di provvedimenti iniqui ci ha ridotti in mutande. ( pensioni,  esodati, politiche del lavoro errate ecc.)
2)   Ha favorito il Governo di larghe intese,che finora ha obbedito solo all’agenda berlusconica , con la soppressione dell’IMU per tutti, anche per le case di lusso, mentre non sono state ridotte le tasse su chi lavora e su chi produce, (Ires e Irap)
3)   Vorrebbe che fosse concluso un patto di unità d’azione tra Letta e il NCD di Alfano, per portare a termine tutte le riforme necessarie, da quella elettorale a quelle costituzionali, per una durata del governo fino al 2015, data l’importanza della Presidenza italiana del semestre europeo, nella seconda metà del 2014.
Ma la gente  perde il lavoro, i giovani che non lo trovano, le imprese costrette a chiudere per mancanza di crediti, e tutti  scendono in piazza, pieni di rabbia.
Obama ha usato soldi pubblici per creare lavoro, ma in Italia il governo non lo fa. E ora il Pil negli Usa  è in crescita al 4%, mentre in Italia siamo sullo zero-virgola.
4)   Nel suo discorso di Capodanno, pur essendo lui il capo del CSM,   non c’era il minimo accenno di solidarietà al PM Nino Di Matteo, successore di Ingroia, nel processo sulla trattativa, malgrado sia stato  minacciato di morte da Totò Riina, mentre Matteo Messina Denaro, latitante da 30 anni, volto a combinare soprattutto buoni affari, è ora furioso perché sono stati arrestati tutti i familiari e i prestanome, che gli procuravano i soldi necessari alla sopravvivenza, compreso il tesoriere di Riina, Palazzolo, estradato dalla Tailandia, che sulla trattativa  in questione avrebbe molto da dire.
Il 12 gennaio i giornalisti del “Fatto” saranno a Palermo , a discutere sul tema: “ A che punto sono la mafia e l’anti-mafia”,  con Dario Fo, Furio Colombo, Barbara Spinelli ed altri per non lasciare solo in questo frangente il PM Di Matteo, come avvenne a Falcone e Borsellino, che, isolati e  delegittimati perfino da Sciascia,   vennero facilmente uccisi.
Conclusione:
Ho finora comprato i 2 giornali per integrare le info, ma dopo la proposta demenziale di Pirani e dopo l’articolo di Scalfari su Barbara Spinelli, una collaboratrice del giornale  che pensa con la sua testa, non comprerò più Repubblica.
Di Re ce ne è bastato uno, ma con il referendum del ’46 ce ne siamo liberati.

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