sabato 16 maggio 2015

Lezioni di storia

Ascolto  sempre con grande interesse questa trasmissione, che è un a delle più  accurate proposte della  Rai, anche se  il conduttore,  molto intelligente e preparato, non sempre fa tutte le domande che deve.

 Il  mercoledì 13 maggio, l’argomento era  sulla guerra alle Falkland, tra l’Inghilterra e l’Argentina, dove al potere c’erano i militari fascisti, che facevano sparire gli oppositori.

A quell’epoca io lavoravo al MAE, e  organizzavo un Convegno per l’insegnamento dell’italiano,  sotto la direzione di Sergio Romano,che dirigeva il dipartimento delle Relazioni culturali con  l’estero,

 Il Governo era completamente spaccato: Il presidente del Consiglio era Spadolini, repubblicano, completamente dalla parte degli inglesi, paese democratico,  mentre il Ministro degli esteri era Colombo, favorevole agli Argentini.

 Romano non aveva voluto invitare all’inaugurazione del Convegno Spadolini, per non compromettere le sue relazioni con Colombo, Min. degli esteri, con il quale, era sostanzialmente d’accordo, essendo lui di famiglia fascista, favorevole a Salò,  come dice nelle sue “Memorie di un conservatore”.

Vorrei allora ricordare  alcuni episodi per mettere in evidenza l’assenza di domande importanti alle quali Ernesto Galli della Loggia avrebbe potuto rispondere.

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- Maggie vuole menare un po’ le mani? - aveva detto Reagan, ridendo. E aveva assicurato  la sua benevola neutralità.
-         Il mio cuore batteva per "l'Invincible", la portaerei inglese. L’Italia aveva fatto malissimo a vendere all'Argentina gli AER Macchi, favorendo i generali fascisti, gli stessi  che facevano sparire anche i nostri connazionali. Aveva ragione Spadolini. -
Lo avevo dichiarato al capo del mio ufficio (Ricerca e programmazione” ) ,  il consigliere Monaco Sorge,  senza complimenti.
- Ma no !...mi aveva risposto inorridito. L’Italia ha tanti in interessi in Argentina.  
- Le madri italiane della Plaza de Mayo si sono  fatte ricevere dal Presidente Pertini. I valori etici per lui contano più degli  interessi. (traduzione: delle tangenti, volte a foraggiare i partiti politici ). Gli Aer Macchi erano una bella torta,  e ne volevano tutti un po’. -

La Resistenza antifascista continuava, la linea delle alleanze politiche era assolutamente trasversale all’interno della coalizione al potere.
Se Ugo La  Malfa si era battuto contro Sindona, mandando il povero avvocato Ambrosoli a fare l'ispezione sui suoi traffici, Pertini e Spadolini  avevano fatto blocco contro Craxi e la D.C, favorevoli a Licio Gelli e alla loggia P.2,  largamente implicati  nel commercio con i paesi dell'America Latina. Gaetano Stammati, ministro del Commercio con l'estero,  aveva firmato  moltissimi contratti di vendita e di  armi e di  aerei.  Bene “alloggiato” anche lui.

 Era stata nominata una Commissione parlamentare d’inchiesta sulla P2, su raccomandazione della Suprema Corte e del Consiglio superiore della magistratura. Era presieduta da Tina Anselmi, democristiana, valorosa partigiana. Per lei  avevo e ho sentimenti di stima e gratitudine.
 Ma  Craxi  aveva difeso Gelli, con il pretesto che la metà del listino della Borsa era crollato al momento del suo arresto. In realtà temeva  ricatti e rivelazioni. C’era un comitato anti-Loggia, all’interno del Psi, ma aveva ricevuto delle consegne: profil bas  e calma zen. Così mi aveva detto Covatta, un parlamentare ischitano, socialista, che avevo incontrato in un dibattito
Seguivo con interesse sui giornali la notizia che il giudice Carlo Palermo, sulla base di una testimonianza di Falco Accame, socialista, aveva istruito un'inchiesta sulle tangenti  provenienti dal traffico di armi  col Medio Oriente. Non mi piaceva affatto che Bettino Craxi si fosse messo a tuonare contro il  giudice, (anticipando di dieci anni i costumi berlusconiani).
La separazione dei poteri  a me  pareva essere il fondamento della democrazia ed era nella Costituzione. Il controllo giudiziario contro  gli abusi e la corruzione  del potere esecutivo era indispensabile. Invece quel giudice aveva subito un attentato, sulla via per Trapani, e si era dimesso dalla magistratura. Falco Accame, deputato socialista, aveva testimoniato sui finanziamenti di Gelli al partito. Risultato: non venne rieletto alle elezioni del giugno '83.
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La  rivista Mondo Operaio, in via Tomacelli  mi aveva invitato a un  dibattito su quanto accadeva in Argentina, il tema  scottante era quello dei desapparecidos e delle madri de la Plaza de Mayo che Pertini aveva ricevuto.
. Sul palco c'era  Silvano Labriola, (il cui nome figurava nella lista degli "alloggiati"). Accanto a lui anche la bellissima Margherita Boniver, sottosegretario agli Esteri, fedelissima di Bettino,  e Pio Marconi, un vecchio amico.
 La linea dei diplomatici  in servizio  alla nostra  Ambasciata a Buenos Aires era favorevole ai militari, come del resto avevano raccontato  i  giornali. - Non era vero che erano in pericolo. Tornassero a casa- loro. -  aveva detto  un  consigliere.
Quando la parola tornò alla sala andai al microfono.
- I diplomatici, vincolati com'erano a decisioni governative e alle indicazioni del Ministro degli esteri, al massimo potevano scegliere  i menù e i posti a tavola.  Piuttosto che facevano i politici? - Guardavo  Labriola negli occhi. - Perché avevano venduto gli Aer Macchi all'Argentina,  dove  i militari  al potere facevano sparire i nostri connazionali? -
 Io per mia fortuna non ero diplomatica ed ero, si, socialista, ma, a differenza della signora Boniver, decisamente craxico-indipendente.
 Il giorno seguente Claudio Martelli, accompagnato da Gaspare Barbellini Amidei, aveva organizzato una speciale conferenza stampa,   per lamentarsi delle cosiddette "calunnie mendaci" che Repubblica  riversava sul  Partito socialista  e sul suo conto.  Gli avevo quindi chiesto che cosa pensava degli Aer Macchi e della corruzione tangentizia. 
- Lui – protestò  - delle tangenti  percepite sulla vendita  non sapeva assolutamente  nulla
- E allora, nella stanza dei bottoni che ci stava a fare ? -  avevo replicato.
Irritato e inquisitorio, aveva chiesto il mio nome a Gaspare Barbiellini Amidei, giornalista del Corriere  della Sera. Gaspare era figlio del podestà fascista dell’isola d’Elba. Mi conosceva: entrambi  studenti  al liceo  Mamiani.  E Martelli,  inteso il mio cognome, conoscendo  bene la storia del paese,  sapeva che ero stata firmataria della mozione dei 101, sui fatti d’Ungheria, nel 1956.
Cominciarono  quindi ad arrivare inviti perché io partecipassi alle riunioni del Psi.
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Ecco, alla trasmissione Rai Storia non ci sono state domande sul ruolo  particolare avuto dall’Italia: era stato proprio grazie agli Aer Macchi   che i  militari argentini avevano potuto infliggere ai britannici  una prima severa sconfitta, con 200 morti : loro  infatti    avevano si  una bella  flotta ma non aerei sufficienti. Erano loro che abitavano le isole Falkland,  non gli  argentini: quindi erano decisi a restarci.
La conclusione della guerra era stata la loro  piena vittoria, anche grazie al sostegno degli americani,  e, soprattutto, si era tradotta nella fine della dittatura militare Argentina, che, scommettendo su sentimenti nazionalistici, aveva guadagnato, grazie alla guerra,  il favore popolare.
Così ha giustamente concluso Galli Della Loggia.
Personalmente avrei voluto porre queste domande sul ruolo dell’Italia:
1) Le tangenti rilevanti percepite sul contratto degli Aer macchi avevano  assicurato entrate consistenti  alla cassa del PSI e della DC. Una parte  del bottino  sarebbe finito poi sul conto protezione personale di Craxi in Svizzera.
2) la seconda domanda riguardava  il ruolo avuto dalla P2 in tutta la vicenda, grazie agli alloggiati al governo in funzioni importanti, come il Ministero  del  commercio con l’estero, Gaetano Stammati.

 Conclusione:

La storia del passato è sempre utile per capire il presente, se si pensa che la legge sulla corruzione presentata dal governo Renzi è stata anpiamente criticata dal Consiglio Superiore della Magistratura che l’ha ritenuta del tutto insufficiente, sia per l’aumento modesto delle pene previste, sia perché non è stata  ancora varata una legge efficace sulla prescrizione,  che modifichi quella attuale, grazie alla quale molti  corrotti e corruttori   possono tranquillamente sfuggire alla prigione e  restare impuniti perché il loro processo dura troppo..
 Si profila una vera  “democratura”,  dopo l’approvazione della legge elettorale Italicum,  con il premio di maggioranza  (inesistente nelle altre leggi elettorali in Europa,) grazie al quale è previsto  un massiccio aumento di seggi in parlamento per chi prenda il 40% dei voti, ma anche per chi vincerà al ballottaggio con una percentuale inferiore.  Un nuovo fascismo si profila per il paese per assicurare “la governabilità”
Resterebbe solo la speranza che vengano raccolte firme per un pacchetto di quesiti su vari argomenti,  da proporre al prossimo  Referendum, ivi compreso quello sull’Italicum.

 La storia è utile  non solo per capire il passato , ma anche perché i problemi maggiori del presente restano irrisolti : non ci sono mai le risorse necessarie per pagare le pensioni  sottratte con la legge Fornero, , mentre con una efficace legge sulla corruzione e sulla prescrizione  si potrebbero agevolmente trovare

giovedì 22 gennaio 2015

Intelligence o Cretinence? Chi ha vinto?

I Servizi francesi furono avvertiti da quelli algerini: era in  preparazione un grosso attentato a Parigi, e   Charlie Hebdo, con le sue vignette,  era un obiettivo possibile. Ma  il poliziotto musulmano di guardia al giornale non aveva nemmeno un giubbotto antiproiettile!...
 L’Intelligence non ha dato alcuna importanza a questi avvertimenti né predisposto alcuna coordinazione con le forze dell’ordine!...Quando si sono visti 88.mila poliziotti alla ricerca dei 2 attentatori senza conseguire alcun risultato abbiamo pensato che ci voleva una bella vignetta umoristica1
Per fortuna avevano lasciato una carta d’identità nella macchina che li aspettava, e si è quindi scoperto che in passato erano stati arrestati  e poi rilasciati. Si erano addestrati militarmente nello Yemen.  Forse qualche responsabilità per i 17 morti ce l’hanno soprattutto i Servizi. Ha trionfato la Cretinence!...
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Nel 2001  dopo l’attentato alle Due Torri  abbiamo detto: “Siamo tutti americani!”. Ma già 6 anni prima i fondamentalisti avevano fatto in Algeria migliaia di morti per imporre la sharia,estendendo la loro azione anche all’aereoporto di Marsiglia. Ma non ci siamo schierati con loro per protestare.
Credo che all’interno delle comunità islamiche la grande battaglia debbano farla le donne.
Quando nelle scuole pubbliche in Francia si imponeva di non portare il velo, simbolo religioso inammissibile  in una repubblica laica, le ragazze algerine vivevano dimidiate tra la cultura delle mamme e delle nonne che il velo lo avevano sempre portato e le loro compagne di scuola, libere da qualsiasi imposizione.
Al teatro della Crièe a Marsiglia era stato organizzato  al riguardo un dibattito, e un’algerina, Fadela Amara, aveva detto: negli anni ’80 avevamo cominciato a godere di una certa  libertà. Ma tutto è crollato negli anni ’90 con la disoccupazione di massa che ha bloccato l’integrazione. C’è stato l’avvento del fondamentalismo islamico, con un ripiego identitario sulla nostra origine.
Nei quartieri di periferia le ragazze avevano problemi:  i loro fratelli non avrebbero potuto uscire dalla loro condizione. Miseria, droga, violenza e problemi con le autorità: unica uscita la prigione.
E loro? Sole!
L’8 marzo erano quindi venute alla ribalta con un movimento femminista. Cominciavano a stigmatizzare il comportamento dei loro fratelli, padri, fidanzati, cugini,e amici all’origine delle loro sofferenze personali: excisione, prostituzione, matrimonio forzato organizzato in famiglia. La lotta per migliori condizioni di vita riguardava tutti,  maschi e femmine: scuola, lavoro, salute, alloggio, tutela della famiglia, insomma quell’ascensore sociale negato dalla crisi economica.
 I ragazzi  sono rimasti come al Medio Evo,- diceva Malika. Mentre Fatima sosteneva che senza lavoro e senza soldi si fanno buttar fuori dalle discoteche, impossibile avere relazioni sessuali, e  quindi sfogano la loro frustrazione sulle ragazze. Lo stupro individuale o collettivo è una prassi ordinaria. Ci sorvegliano: guai se portiamo le gonne, i jeans sono la nostra cintura di castità, e se ci ribelliamo, botte, pugni e occhi au beur noir!...Le madri arrangiano i nostri matrimoni, e ci tocca mostrare il lenzuolo sporco di sangue alla famiglia dello sposo per averne il rispetto!... E’ ora di farla finita. Il nostro slogan “ Ni putes ni soumises!”
Le ragazze, francesi di nazionalità,  non possono vivere come in Algeria.Quindi ritenevano urgente firmare un manifesto per allertare i pubblici poteri.
“Le Autorità parlano dei problemi delle periferie solo al maschile. Noi siamo donne e rivendichiamo la nostra libertà per avere giustizia.”
Quindi la cittadinanza francese non era tutto: liberté, égalité, fraternité per loro era rimasta lettera morta.
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Nel marzo del 2000 c’era stata alla Cité du livre di Aix en Provence una grande manifestazione sulla Creatività nel Mediterraneo. Scrittori, scrittrici cineasti, documentaristi erano intervenuti.
 Le donne scrittrici avevano da molto lasciato l’Algeria, e vivevano in Francia ( Come Assia Jebar, la decana, che stava da 40 anni a Lione. Salima Ghezali, minacciata dai fondamentalisti per la sua campagna alla radio, aveva pubblicato il suo primo romanzo: “Les amants de Sheerazade”
 Le donne algerine erano state tradite dal Partito Unico, divenuto il supporto del clericalismo più bieco, malgrado  esse avessero partecipato attivamente alla resistenza contro il colonialismo francese.

A Aix en Provence era presente Horrya Sahi, giornalista della televisione algerina,  Alta, bel portamento, occhiali da intellettuale, era venuta a presentare il suo documentario.
 Le elezioni del’ 93  avevano dato la maggioranza agli islamici: erano quindi state annullate, e avevano determinato  una  violenta reazione fondamentalista che, soprattutto all’interno del paese, aveva fatto migliaia di morti per anni.
 Horrya aveva intervistato una donna, un ex militante del Comitato di liberazione nazionale, alla quale i francesi avevano ucciso il marito e ora i fondamentalisti le avevano sgozzato il figlio. Una donna semplice, una delle tante vittime della furia islamica.
 Horria l’aveva filmata per una trasmissione alla Tv algerina e aveva ricevuto a Washington il premio per il reportage più coraggioso. Col denaro del premio aveva potuto affrontare le spese per gli studi della figlia, Maya, all’Accademia dei belle arti ad Avignone. Poiché lei era stata minacciata di morte, che almeno Maya vivesse tranquilla e incolume in Francia.
Lei, Horrya era protetta nella notte dai suoi vicini ma non dalla polizia. Lei sapeva che i massacri erano organizzati e mirati.
 L’esercito era dietro le quinte, e sarebbero durati finchè  gli algerini non si fossero piegati alle richieste del Fondo Monetario internazionale, finche non fosse stata distrutta ogni briciola di protezione sociale attuata dal partito unico negli anni Sessanta- Settanta. Gli algerini non potevano essere più degli assistiti, dovevano prendersi in carico. La scuola funzionava per i redditi medio-alti. I poveri dovevano arrangiarsi, e scegliere se vivere nelle bidonvilles o emigrare. Quei bimbi erano cresciuti nell’indigenza,  facilmente manipolabili, e ora sgozzavano su ordinazione, prezzolati, comunque in nome di Allah, per conquistare il paradiso almeno dopo la morte, visto che sulla terra c’era l’inferno.
 Sulla costa il paese si era evoluto: in città come Orano arabi, ebrei e cristiani  convivevano senza problemi, ma non così nell’interno.
 Avevo invitato Horrya ospite a casa mia con sua figlia Maya, perché potessero godere  di un po’ di tranquillità.
 Horrya aveva molti problemi, anche al lavoro, dove il suo coraggio era considerato anomalo. Non credeva alla politica del perdono del Presidente Bouteflika. Era un escamotage per coprire il volto degli assassini che agivano all’ombra della divisa.
Invitata ad andare a Rodi, al Forum della donna del Mediterraneo, per invidia i suoi colleghi avevano intercettato  l’invito e risposto negativamente:” non poteva andare a rappresentare le donne algerine perché persona non grata”.
 Avevo allora telefonato ad Aliki Moschis Gauguet, organizzatrice del Forum, perché le inviasse al suo domicilio il biglietto di aereo, e aveva potuto partire solo alla vigilia del Congresso, con un visto europeo per un soggiorno di 3 mesi.
Ma non le perdonarono il suo intervento, apertamente critico nei confronti di Bouteflikà.
 Non era la sola però: anche l’attrice Isabelle Adjany, di origine algerina, non era presente alla cena organizzata all’Eliseo in suo onore, e aveva lasciato il seggio vuoto “ per non avallare in un’occasione mondana una linea politica inaccettabile” “Bouteflika? Sette tipi di ambiguità.
Horrya , rifugiata politica , era  ad Avignone  per curare sua figlia Maya, malata di depressione nervosa, e aveva ottenuto un prolungamento del permesso di soggiorno a un anno.
 Ora madre e figlia  lavorano insieme in Francia  e non sono tornate. Questa è la realtà  che gli interessi per i giacimenti di gas e petrolio hanno a lungo occultata in Occidente.
 E sono questi emigrati che  Marine Le Pen vorrebbe espellere dal paese !...
II°
 La giornata dell’11 gennaio 2015  a Parigi:   50 capi di Stato europei e mondiali  hanno aperto la sfilata da piazza della Repubblica  a cui hanno partecipato 2 milioni di persone,
 Un giorno molto emozionante che ha lasciato intravedere una nuova Europa unita e solidale, accanto a un Francia dove destra e sinistra si sono unite per difendere i valori della Repubblica:
“ Sono cristiano, ebreo e musulmano e cittadino francese, che rivendica il diritto di  difendere il valore fondamentale: Liberté. Égalité, fraternità. Donc “Je suis Charlie!...
Come non notare la stupidità della richiesta di Marine Le Pen di ripristinare la condanna a morte dei terroristi arrestati, quando  loro la mettono già in conto per guadagnare il paradiso di Maometto? Con la sua proposta che va contro alla legislazione francese,  non potrà certo fermarli!...
 Speriamo che questo le faccia perdere voti a vantaggio della destra  di Sarkosy,  alle prossime presidenziali.
                                                   ***
III°
Chi sono i jiadisti francesi e inglesi vissuti nelle periferie delle grandi città? “Figli nostri”, - ha detto Eddy Pleniel , giornalista famoso, mettendo in evidenza il grave disagio economico e sociale  in una società che,  grazie alle politiche  liberiste,   si è ben guardata di assicurare a tutti lavoro e dignità, unica base per una vera integrazione. L’Isis assicura loro i mezzi per vivere: li paga per ogni attentato . Quindi per vivere bene  si radicalizzano.
 Dei  jihadisti in azione a Londra, a Parigi e in Spagna è stato detto: “ Sono in guerra contro l’Occidente”.
 Ma ci siamo dimenticati che la guerra l’Occidente l’ha già fatta contro di loro, per il petrolio e per gli oleodotti:
la prima guerra del Golfo, nel ’91, poi in Afganistan affidando  l’azione militare a Ben Laden, ricchissimo saudita, contro i Sovietici, permettendo la nascita  del jihadismo nel paese. 
La seconda guerra del Golfo,  finanziando l’azione di Saddam Hussein, sunnita contro l’Iran sciita e anti americano.
 L’attacco all’Iraq di Saddam Hussein, consentendo la guerra civile attuale nel paese, spaccato in due tra sunniti e sciiti. Con fondamentalisti all’attacco.
 La guerra  alla Libia di Gheddafi, non un gentiluomo,  certo, ma radicalmente ostile al fondamentalismo, e dopo la sua morte, il paese,  in piena guerra civile.  Noi italiani abbiamo lo Stato islamico alle porte di casa. E i nostri interessi petroliferi sono totalmente minacciati.
Basterà organizzare una risposta militare  per distruggere lo Stato Islamico ,  o sarà necessaria una diversa politica socio-economica europea per  realizzare la crescita economica nei paesi dell’altra riva del Mediterraneo,   limitando l’emigrazione, e  consentendo   alla gente che preme alle nostre frontiere  una vita possibile nei loro paesi,  con il lavoro e la dignità?
L’Europa che abbiamo visto unita a Parigi l’11 gennaio dovrà  far riprendere i negoziati Israele- Palestina per 2 stati, e far tornare Israele nei confini precedenti alla guerra del ’67.
Questa Europa dovrebbe aiutare i coraggiosi combattenti curdi in lotta contro il califfato  islamico, e soprattutto farla finita con Basshar El  Hassad, che ha massacrato la popolazione in Siria, facendo nascere la reazione dell’Isis, stabilendo con Putin un’intesa antiterrorista, che possa punire il suo alleato.

Conclusione:

 Più che un’azione militare sono importanti alcune misure preventive:

a)    Chiedere alle compagnie aeree la lista di tutti i nomi imbarcati   sulle loro linee. Controllare chi vola senza sospendere Shengen.
b)   Chiedere ai social  network ( Facebook, Twitter e Linkedin ) di comunicare alle autorità i siti sospetti, visto che il  loro reclutamento si fa sul Web, e di azzerare i siti, bloccandone  la comunicazione.
c)   Chiedere  alle comunità islamiche di collaborare con le autorità  di tutti i paesi europei, come ha fatto, secondo Rhula Jebrehal,   quel padre che ha denunciato alla polizia il figlio radicale.
( Ricordiamoci che avendo le politiche liberiste privato i giovani  di lavoro e di dignità,  essi  chiedono al califfato islamico i mezzi per vivere, ricevendo soldi per gli attentati.)
d)    Infine creare un Intelligence europea che coordini i dati provenienti dai vari paesi, e soprattutto un Procura Europea Anti-terrorismo, sul modello della procura nazionale anti-mafia in Italia