lunedì 30 settembre 2013

Un nonno da ricordare

E’ Ulderico  Mazzolani:  mazziniano, repubblicano, massone , antifascista dal 1922.

 L’indagine su di lui è condotta dalla nipote, Marina Storoni Piazza in una biografia “Dalle carte del nonno”, Ed. Le Monnier,  a metà fra una cronaca familiare   e  una rigorosa analisi  del  contesto  storico generale  del paese, basata  fondamentalmente sulle carte del nonno trovate in casa  , e su documenti  esterni (atti parlamentari, articoli su giornali e riviste dell’epoca,  lettere, testimonianze giudiziarie, e memoriali diretti al procuratore del re e documenti d’archivio).

Un libro molto  utile per ricordare a tutti che cosa è stata la vita  degli oppositori sotto il fascismo.

Mazzolani  era massone e   convinto mazziniano: contro la Monarchia, anticlericale convinto,  e più tardi anche ostile alla    Triplice Alleanza con l’Austria e la Prussia, decisa  nel 1882, dal governo Depretis..

Ricordiamo il ruolo della Massoneria nel Risorgimento: il Grande Oriente italiano, nato nel 1806, ad imitazione della grande Loge de France,  aveva dato lustro alle grande idee patriottiche,  e contava fra i suoi membri Garibaldi, Cavour  e forse lo stesso Mazzini:  i principali attori della battaglia  per l’Unità, la libertà  e per l’indipendenza. La Repubblica: un sogno  impossibile nel 1861, al momento dell’Unità d’Italia, per il quale gli italiani dovettero aspettare 90 anni, fino al referendum,  del 2 giugno 1946.

 Quando,  dopo la breccia di Porta Pia, nel 1867, era  divenuta capitale d’Italia nel 1871, Roma  era una città piena di problemi:  era inondata regolarmente dal Tevere, aveva bisogno innanzitutto di solidi muraglioni che  proteggessero soprattutto il centro storico, di una rete idrica e fognaria, perché le acque stagnavano lasciando terribili miasmi. Aveva bisogno di nuovi edifici pubblici

 ( come  Il Palazzo di Giustizia, la stazione ferroviaria) di nuovi quartieri per gli impiegati dello Stato, di scuole pubbliche, (senza insegnamento religioso).

In questo quadro il giovane avvocato penalista Mazzolani  viene eletto nelle elezioni amministrative del 1907 nella giunta di Ernesto Nathan, ebreo, massone, e Gran Maestro del Grande Oriente, era uno dei 12 assessori,   nominato al Patrimonio.

La Giunta durò fino al 1912, sotto il Governo di Giolitti, che l’aveva appoggiata. Ma  Mazzolani  non era d’accordo né con alcune decisioni prese dalla Giunta né  con l’impresa coloniale in Libia,  decisa dal governo. C’era troppo ancora da fare in Italia, specie al sud,  per  andare a danneggiare  i popoli,   oltre confine.  Era ancora risorgimentale: quindi aderiva alle battaglie irredentistiche del Nord  per i territori rimasti sotto l’Austria, specie dopo l’uccisione di Oberdan,  e sotto la nuova Jugoslavia.

 Essendo ostile all’alleanza della Triplice, con Austria e Prussia,  stipulata  nel 1882 dal governo Depretis, favorita dal re, ammiratore della monarchia prussiana,   allo scoppio della guerra nel 1914,  quando  il governo guidato da Salandra  era uscito dalla Triplice per la violazione dell’art.7 dell’Alleanza,  e si era proclamato  neutralista, nacque un movimento  risolutamente interventista, soprattutto fra i massoni.. E  Mazzolani   si era schierato dalla parte dell’Intesa, della Francia repubblicana,   ed era partito volontario.

 La prima guerra mondiale.

 

Le pagine più commoventi del libro sono quelle del suo Diario di guerra, con  le descrizioni della  vita e della morte  in trincea, sul fronte dell’Isonzo, con i cadaveri che si accumulavano, gli amici che scomparivano, e soprattutto l’ostilità dei poveri contadini, inviati in guerra contro la loro volontà, che se la prendevano con i volontari, da loro ritenuti responsabili della propria rovina.

 Molto feroci le   descrizioni  che Mazzolani fa  degli ufficiali, arroganti e incompetenti, che imperversavano sui soldati,  e anche dei Generali,  come Cadorna.

Questo racconto    doveva più tardi alimentare  in lui ,  che  nel 1919 era stato eletto deputato  tra le fila dei Repubblicani nella circoscrizione di Ravenna,  il desiderio  di una Commissione Parlamentare di inchiesta  contro coloro che avevano fatto sulla guerra illeciti profitti, arricchendosi con i contratti conclusi con lo Stato per la vendita di ogni tipo di materiale  necessario  ( armi, vestiti, divise, vettovaglie,)   contratti che erano stati prorogati  di 15 anni, fino al 1943.

  Una battaglia contro i pescicani divenuti ricchissimi, mentre la gente  era morta in trincea.

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 Mazzolani era  all’inizio vicino al Mussolini movimentista, al suo primo  programma di governo,  molto vicino ai socialisti, e alle masse lavoratrici, che un repubblicano mazziniano si sentiva di condividere. Aveva aderito ai fasci di combattimento, e , dopo i risultati deludenti della pace di Versailles, ( 1919) ,  in cui, per volontà di Woodrow Wilson le aspirazioni italiane  su Trieste e sull’Istria erano state completamente tradite, si era   schierato  anche a favore dell’impresa su Fiume, condotta da Gabriele D’Annunzio. (1920).

Aveva però  cominciato a prendere le distanze dai fascisti fin dal 1921,  soprattutto per le azioni  squadristiche contro le  Camere del lavoro,  che continuarono più frequenti dopo  l’ottobre del 1922, con la Marcia su Roma, e,  avendo  Mussolini   radicalmente cambiato il suo programma di lotta, schierandosi  dalla parte degli industriali,  si era rivoltato contro.


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La Commissione parlamentare d’inchiesta.

 

L’iniziativa mirava a indagare e a colpire due grandi imprese produttrici di armi (L’Ilva di Taranto) e la Ansaldo di Genova, e soprattutto due banche sostenitrici: la banca Commerciale per l’Ilva e la Banca italiana di sconto, guidata dai fratelli Perrone, per l’Ansaldo.

L’azione promossa da Mazzolani durò 2 anni: dal 1920 al 1922.. Fu un lavoro egregio, magnificato sul Giornale d’Italia dal suo direttore  Alberto Bergamini che pubblicò in prima pagine il ritratto di Mazzolani, ma nonostante il sostegno dei media il risultato dell’inchiesta  venne reso innocuo, perché Mussolini,   arrivato al potere nel ’22, voleva proteggere  alcuni  pescicani,  suoi sostenitori politici, e aveva chiesto  che i risultati fossero presentati al governo e non al Parlamento, come voleva legittimamente Mazzolani.

 Legge contro la Massoneria (1925)


La legge contro la Massoneria mirava a colpire i repubblicani anticlericali e in particolare il Gran Maestro del GOI ,   Torrigiani, il quale sciolse le logge e i 20000 iscritti divennero dall’oggi al domani perfettamente  clandestini..

Molto importanti erano  dal ’22 i contatti tra il GOI e la Grande Loge de France, che sosteneva tutti i fuorusciti ,  protetti  anche dalla LIDU (La lega italiana per i diritti dell’uomo) .

Era nata li la Concentrazione antifascista, ( con  Gobetti, i fratelli  Rosselli,  Turati, Nitti ,   Pertini  e  poi  nel 1929 la Concentrazione   sarebbe sfociata nel movimento Giustizia e Libertà.

 Grazie all’Ovra, creata anche nel 1925, con a capo Arturo Bocchini, le spie furono   sguinzagliate  anche in Francia,  e nel 1937 vennero uccisi i fratelli Rosselli, mentre Gobetti  era morto prematuramente, dopo le botte riportate a Torino.

 Eugenio Chiesa, grande amico di Mazzolani, divenuto capo del GOI , cominciò a stabilire contatti con la Massoneria europea, in Germania e anche in Svizzera, oltreché  con la Grande Loge de France, dove erano ben noti i garibaldini italiani nelle Argonne..  Morì nel 1930, e venne sepolto al Père Lachaise.

Nascita della Ceka (1923)

 

Nato come  un organismo segreto, volto a spiare e punire violentemente i critici del fascismo,  la Cekà  era  sorta  in un appartamento di Mussolini in via Rasella, ed era attiva dal 1923,

 Il suo capo responsabile era il capo dell’ufficio stampa di Mussolini Cesare Rossi. Ne facevano parte Filippo Filippelli, il quadrunviro De Bono, Roberto Forges Davanzati.  La manovalanza agguerrita era  rappresentata da Amerigo Dumini e da Albino Volpi.

Mussolini li dirigeva in prima persona e li stimolava ad agire con determinatezza: circolava molto denaro, stipendi fissi, ma anche auto di lusso, appartamenti, e lunghi soggiorni in alberghi di prestigio.  Le aggressioni si moltiplicavano:  venne massacrato Don Minzoni ( 24- agosto 1923) , Giovanni  Amendola  fu aggredito   in pieno centro della città, Alberto Bergamini, direttore del Giornale d’Italia,  ridotto molto male da Amerigo Dumini  per alcuni articoli di dissenso (2 febbraio 1924).

Il sequestro Mazzolani e l’olio di ricino.

 

Nell’aprile del 1924 Mazzolani che rientrava una sera a casa, venne fermato da 2  personaggi :  gli dissero  che lo attendeva   un suo amico,  l’avv. D’Angelantonio,. Non  aveva sospettato  la trappola, e li aveva seguiti in macchina. Dopo  alcuni giri, avevano tirato fuori un bicchiere con l’olio di ricino e , con una pistola pun tata alla tempia, gli avevano intimato di berlo. Era rientrato a casa  a piedi, molto tardi,   dove lo aspettava sua moglie inquieta, perché prima erano  passati,   chiedendo di lui. Mazzolani non aveva denunciato il fatto: ma si decise a farlo subito dopo il rapimento e l’omicidio di Giacomo Matteotti ( 10 giugno 1924) .

 Il 18  giugno  aveva scritto al direttore del Mondo, Alberto Cianca,  una lettera  raccontando quello che gli era capitato, e subito dopo un memoriale di denuncia al Procuratore del Re, avv. Properzi, in cui era entrato nei dettagli.  Aveva riconosciuto da una foto pubblicata sulla “ Tribuna”  i suoi sequestratori, ( che erano poi gli stessi accusati del delitto Matteotti) :  Amerigo Dumini e Filippo Filippelli.

Da una carta presente nell’archivio di Stato che Marina Storoni ha consultato  risulta che per il sequestro e l’olio di ricino a Mazzolani Dumini aveva ricevuto un compenso di 500 lire.

 Successivamente    sull’Italia del Popolo  del 2 agosto Mazzolani aveva scritto   un articolo.

 “La benda è caduta”:“ La Cekà è un’associazione a delinquere: ci sono uomini scelti e denaro e coperture  per farla funzionare e per proteggerla. Una luce sinistra sulla verità.”

Mazzolani aveva dato molto fastidio con la Commissione parlamentare d’inchiesta sui pescecani profittatori della guerra. Per questo era stato oleato.

Il 3 gennaio 1925 Mussolini  fece a Montecitorio un famoso discorso:

 “Non ho nessuna responsabilità penale nel delitto Matteotti, ma me ne assumo tutta la responsabilità politica, morale e storica. L’azione della Cekà era indispensabile per governare il paese, la violenza non può essere espulsa dalla storia. C’è la violenza inintelligente, rozza e stupida, e quella chirurgica, intelligente e cavalleresca. Se il fascismo è stato un’associazione a delinquere io ne sono il capo”

Nello stesso anno 1925 doveva uscire un’edizione del “Principe” di Machiavelli , e nella sua introduzione al testo ribadiva gli stessi concetti.  Quella era” la verità effettuale” per  il  suo  potere.

Il primo processo Matteotti, concluso a Chieti nel 1926 , era stato una vera farsa. Le pene erano lievissime, e furono  annullate da un’amnistia. Dumini, Cesare Rossi, e Bazzi  erano fuggiti all’estero, in Francia, perché Mussolini temeva di essere da loro ricattato. Li voleva fuori dai piedi.

Solo a Bazzi, che faceva un doppio gioco, spiando i fuorusciti e ricattando il Duce , fu permesso di rientrare in Italia nel 1937, ma poco dopo  doveva morire sotto i ferri di una banale operazione chirurgica, cosa che insospettì molto sua moglie: immaginava un’azione dolosa,

E  il suo sospetto   doveva essere  confermato da una frase di Mussolini,  pronunciata nel giugno del 1938, riportata nel Diario di Galeazzo Ciano ( 1937-43):

“I miei nemici sono finiti sempre in galera e qualche volta sono finiti sotto i ferri chirurgici”

 Nel 1945 ci fu un processo Matteotti bis, e gli accusati, rientrati in Italia,  come Cesare Rossi e Amerigo Dumini,  dissero che loro erano stati solo gli esecutori di ordini del Duce, e furono amnistiati da Togliatti, che voleva pacificare il paese!...

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Mazzolani non si presentò più alle elezioni  fin dal 1924, e  dichiarò che si sarebbe distaccato   completamente dalla vita politica ufficiale. Scrisse una lettera agli elettori nel gennaio 1924.

Era rimasto sconvolto dalle violenze squadristi che a Ravenna, la città dove era stato eletto 3 volte deputato, nella famosa settimana rossa, contro gli anarchici e i socialisti che protestavano per la crisi economico-sociale generata dalle spese sostenute per la guerra.

 Nella lettera aveva detto che si sarebbe dedicato soprattutto alla sua professione di avvocato penalista. La sua posizione di futuro assenteismo politico   venne duramente criticata sul Popolo d’Italia. Tuttavia negli anni seguenti , gli veniva dato il passaporto ogni volta che lo chiedeva, per andare a vedere all’estero  le partite di calcio. Si ricordavano delle sue simpatie per il fascismo movimentista. e  delle sue posizioni   per le terre irredente. I suoi viaggi sportivi erano naturalmente dei pretesti, per poter restare in contatto con i fuorusciti anti-fascisti..

Nel 1934  ebbe il coraggio di difendere al Tribunale Speciale Leone Ginzburg, membro di Giustizia e libertà, accusato da Barbara Allason di attività contro il regime.

Non erano molti gli avvocati penalisti che difendevano gli imputati al T.S. Si poteva rischiare di avere la sede dello studio legale messa  a ferro e a fuoco, e anche di prendersi delle botte in strada.

 Mazzolani chiese una perizia neuro-psichiatrica perché aveva saputo della fragilità psichica della signora Allason, dopo l’arresto.  Ma lei  confermò le sue accuse e Ginzburg, che   venne   per questo condannato a 4 anni di detenzione, e poi amnistiato nel 1936,  grazie  all’Impero Etiopico.

Aveva già  perduto il posto di insegnamento all’Università perché non aveva la tessera fascista, e lavorava come traduttore e redattore- consulente alla casa Editrice Einaudi.

 Mazzolani, dopo aver lasciato il partito repubblicano, perché  non aveva voluto entrare nella Concentrazione antifascista in Francia, avrebbe più tardi  aderito al Partito d’Azione., nato nel giugno 1942 in casa di Federico Comandini, un suo amico..

Badoglio aveva vietato la fondazione dei partiti politici, e per questa ragione l’organizzazione del PDA divenne clandestina.

Già nel gennaio 1943 sull’Italia Libera, diretta da Leone Ginzburg,  erano apparsi  i  punti del programma del nuovo partito:

La Costituzione di una Repubblica parlamentare

Il decentramento amministrativo dello Stato su scala regionale

La nazionalizzazione delle grandi industrie

La laicità dello Stato

La Federazione europea dei liberi stati.

Mazzolani  aveva fatto parte del Governo Parri, succeduto al governo Bonomi, il 21 giugno 1945  e aveva lavorato al progetto politico per il nuovo stato democratico, prestando servizio al Ministero della Costituente, affidato a Pietro Nenni,  con 3 compiti:

a) Elaborare una nuova legge elettorale

b) Convocare un’assemblea Costituente , dopo le elezioni

c) Una raccolta di documenti italiani e stranieri , per offrire ai futuri Costituenti una piattaforma informativa per la nuova Costituzione

 C erano 3 commissioni: una per gli affari economici, una per i problemi del lavoro e la terza per la riorganizzazione dello Stato,  e Mazzolani faceva parte della terza.

Purtroppo al Congresso  nel febbraio del 1946 il PDA si era diviso in 2 fazioni: quella socialista ( Lussu, Lombardi De  Martino) e quella moderato-repubblicana,( La Malfa e Parri.)

Ma gli Italiani al Referendum  del 2 giugno per scegliere tra Monarchia e Repubblica ,  avevano dato  2 milioni di voti in più alla Repubblica, e i  Savoia andarono finalmente  in esilio.

Nel gennaio del  1948 venne varata la Costituzione, per sostituire lo Statuto Albertino: è oggi  considerata  la migliore d’Europa. (Ma  dobbiamo ancora lottare. Vogliono  infatti cambiarla, mentre costituisce una vera agenda politica, ancora irrealizzata, e messa in discussione dalla crisi economica. Innanzitutto per il lavoro, che non c’è).

Invece alle elezioni  politiche  del 18 aprile  ’48 il PDA, che aveva fatto parte del CLN,   ottenne solo  334.000 voti  e quindi solo 7 deputati, mentre i Repubblicani che non ne avevano fatto parte,  molti di più, e andarono al governo.  Non vennero eletti Mazzolani, Cianca,  Vittorio Foa, Ernesto Rossi e Calogero, con grande amarezza del nostro  nonno !

  Grazie a Mazzolani, per il  suo  contributo di uomo libero. E  grazie a Marina Storoni per aver studiato le Carte del nonno, e per  averci concretamente  ricordato che cosa è stato il fascismo nel nostro paese.

 Abbiamo  dimenticato di evocare  convenientemente  il 70tesimo anniversario del golpe di Pinochet in Cile, e i suoi orrori. In Italia ci sono manifestazioni rituali, con tanto di svastiche e saluti romani da parte di associazioni combattive: Forze non tanto nuove!...

 Oggi a causa della crisi economica, in Grecia i fascisti di Alba Dorada hanno preso il 10 % di voti in parlamento,  hanno  ucciso in strada un famoso rapper anarchico, e  solo oggi il capo del partito è stato arrestato. Nel 1967  in Grecia vinsero i colonnelli fascisti con un colpo di stato, durarono fino al 1974 e condizionarono pesantemente il centro-sinistra di Moro. Nenni era praticamente ostaggio della paura che la DC potesse allearsi con la destra in Italia.

 Il fascismo: un rischio permanente quando la democrazia è minacciata da comportamenti insensati e dalla disperazione economica  per la mancanza di futuro..

domenica 15 settembre 2013

Lettera al papa

Massa marittima, 15 settembre

Caro Francesco,

 per me che sono atea, prima di essere Papa tu sei innanzitutto  una persona coerente con  i  principi  da te  enunciati, sei  solidale evangelicamente con  i deboli, e   favorevole al dialogo con i diversi.  Sei sostanzialmente una persona perbene: merce rara di questi tempi,  fra i nostri politici.

Da una trasmissione televisiva avevo appreso una cosa interessante: una giornalista aveva intervistato un tuo cugino contadino, Bergoglio, in  Piemonte, che eri andato a visitare in occasione del Conclave del 2005.
Non lo conoscevi ancora.  Ha detto che lo avevi aiutato nei lavori agricoli, pur essendo tu  già un cardinale importante,  in lizza per il Pontificato. 
 Quella volta aveva vinto Ratzinger. Dopo le sue opportune dimissioni  la vittoria è toccata a te.
Quando lo avevo raccontato a una signora cattolica che viene spesso a trovarmi, le avevo anche detto che ora, perché tu mi piacessi veramente, avrei voluto che avessi   riformato  lo Ior, la Banca vaticana , ripulendolo da cima a fondo, mandando via il Cardinale Bertone,  alla sua guida, e sostituendolo con una personalità affidabile, che collaborasse con  esponenti della Banca d’Italia, contro l’evasione e il riciclaggio dei capitali sporchi, transitati nei conti correnti, affinché il Torrione Niccolò V° non fosse più il più comodo Paradiso fiscale nel centro di Roma.
  Lo hai fatto,  e Bertone non è più nemmeno il Segretario di Stato. Al suo posto il cardinale Paolin.
Hai intenzione di riformare la Curia e le sue regole: forse un giorno anche i preti potranno sposarsi.

2) Avrei voluto  che tu  intervenissi con un gesto a favore di quegli immigrati morti in mare  nel tentativo di sbarcare nel nostro paese.
 Ci sono tanti militanti della Lega Nord, cattolici, che non li vogliono e che  qualche hanno fa li hanno rispediti in Libia, da cui erano partiti, pur sapendo che nel  paese,  allora governato da Gheddafi, si  violavano sistematicamente i diritti umani.
Sei andato a Lampedusa, e hai gettato in mare una corona di fiori in loro memoria. Quei cattolici hanno commentato il gesto dicendo  : “Predicare è un conto, governare un altro: dove li mettiamo se i centri di accoglienza sono tutti già strapieni?”
 Ho pensato che forse la corona di fiori gettata in mare non fosse sufficiente, e che se la Chiesa fosse veramente quella “madre d’amore”, come dici tu, allora dovrebbe accoglierli nelle sue strutture, in quei conventi usati come  alberghi,  a metà prezzo, perché non pagano le tasse, facendo una concorrenza sleale ai nostri albergatori che invece le pagano e come.
Tu lo hai detto: la Chiesa deve accogliere gli immigrati, ospitarli, nutrirli, e accompagnarli nella loro nuova vita. Solidale dunque con i poveri del mondo.
( Questo mentre i gestori degli  antichi palazzi di Propaganda Fide a Roma affittano  ai turisti lussuose suites  , superbamente ammobiliate e decorate di splendidi quadri antichi,  per 350 euro a week end.)
Ora quindi  mi aspetto che  seguano  i fatti.

3)  Tu sai, Francesco,  che gli italiani danno alla Chiesa cattolica l’8 per mille  per le spese di culto, e di questa somma, veramente importante, solo una parte viene spesa per pagare lo stipendio ai sacerdoti.
I radicali hanno promosso un referendum per poter dare l’8 per mille allo Stato, che ne ha bisogno in tempi di crisi economica e finanziaria, per i suoi disoccupati, e per i giovani che non hanno  ancora lavoro.
 Che ne dici allora di rivedere l’accordo dell’ultimo concordato Stato-Chiesa siglato da Bettino Craxi?

4) Che dire, caro Francesco? Questa Chiesa ha sempre puntato ad avere il massimo del potere e non sulla caritas e l’amore del prossimo. Tu vuoi riformarla , e spero che tu non abbia troppi nemici per impedirtelo.
 Gesù di Nazareth era un ebreo che si  era  ribellato alle leggi del Sinedrio.
 A me piace il fatto che  abbia  combattuto il cattivo narcisismo dicendo ai suoi seguaci:  “Ama il prossimo tuo come tè stesso”.

Tu dici che era figlio di Dio, e che risorto, si è ricongiunto a lui: a me, che sono atea,  invece piace quella scintilla di divino in lui, quella luce interiore, grazie alla quale ha combattuto la vecchia prassi  ebraica: “ occhio per occhio, dente per dente”. Cristo, un  uomo vero.


Quindi le differenze fra noi restano: per te la fede è al fondamento dell’umanità, per me invece è soprattutto il dubbio, che ci ha fatto progredire.
Se gli uomini sono gli eredi della scimmia, come dice Darwin, e non riescono spesso a superare la bestia che è in loro (come ti ha detto Scalfari nei suoi articoli), possono arrivare a fare  molto  male,  anche secondo coscienza, (come fecero Hitler e Stalin, con i lager e i gulag).
Siamo pertanto condotti a dubitare fortemente dell’esistenza di un Dio d’ amore per l’umanità, che tutto può, meno che combattere  il loro libero arbitrio nocivo.
Primo Levi, il nostro beneamato scrittore, era stato intervistato dallo  scrittore Ferdinando Camon, cattolico, quando era apparso “Sommersi e salvati”: alla domanda se, essendosi  salvato, credeva nell’esistenza di Dio, aveva risposto: “ No, c’è Auschwitz. Quindi Dio non esiste” .

Oggi in Siria,  la bestia che è negli uomini è sempre pronta a combattere, e ad uccidere, in nome di Dio, donne, vecchi e bambini con le armi chimiche. Tu hai chiesto una soluzione politica per evitare la guerra: la pace è il bene supremo, anche per combattere la crisi economica che fa soffrire la fame  a tanta gente, sull’altra riva del Mediterraneo.
Molti, anche non credenti hanno condiviso la tua posizione, e finalmente, ancora una volt hai fatto goal: la Siria potrà  evitare l’opzione militare, restituendo le armi chimiche  all’ONU, entro una settimana: russi e americani sono ora  d’accordo.
 Io sono atea, perché in tutto il mondo la bestia è sempre pronta a smentire l’esistenza di un Dio d’amore.
 Credo solo negli uomini di buona volontà, nella loro luce interiore,  quando sono disposti a dialogare con i diversi, come fai tu.
Che cosa accadrà dopo la morte?  Io non credo all’immortalità dell’anima, non credo che rivedrò né in Paradiso né all’inferno le persone scomparse, a me care.
Ma credo che  sia  la memoria umana  a  premiare  o condannare  gli uomini  e le donne per quanto hanno fatto di positivo o di negativo.
 Per quanto riguarda alcune delle persone da me  incontrate  nella vita ,  cerco di ricordarle  in un libro: Memorie di un’eretica.  Ma ci saranno certamente altri che lo hanno fatto o che lo faranno.
Quando  tu non ci sarai più,  tanti  evocheranno i tuoi sforzi e    le tue azioni concrete per trasformare la Chiesa da una struttura di potere e una macchina per fare soldi,  in una vera  madre d’amore e di  Caritas, come  avrebbe dovuto essere e finora non è stata, se non in minima parte.

lunedì 9 settembre 2013

Sinistra Siria e il ruolo di Putin, nuovo Zar

Finalmente la Repubblica federale russa ha un porto nel Mediterraneo: questa è  per Putin la cosa essenziale.

A lui non importa assolutamente nulla dei gas nervini, che, stoccati in tutto il paese, vengono usati tanto dai governativi di Assad  quanto dai ribelli religiosi. Un crimine contro l’umanità? Lui conosce il problema, dai tempi delle rivolte cecene: c’è abituato .  Quindi  ora è  rigorosamente per Damasco,  perché  ha potuto  raggiungere  un obiettivo che gli Zar  avevano perseguito per tutto il XIX° secolo, senza riuscirci.  Volevano navi da guerra sul Bosforo e sugli Stretti dei Dardanelli, ma la G.Bretagna si era sempre opposta.

Ci voleva un ex agente del KGB  perché i Russi potessero  da quel loro porto installare le loro navi da guerra, per controllare le rotte di trasporto petrolifero. Questa è la vera ragione per la quale  in occasione del G20  a San Pietroburgo Putin ha ribadito che, in caso di opzione militare americana , lui aiuterà la sinistra Siria, dove viene ammazzata la popolazione civile, compresi i bambini.  Non si fida di quello che dicono i servizi americani, dopo le balle raccontate da Colin Powell sulle armi di distruzione di massa in Iraq. Aspettiamo i risultati della missione Onu.

Ma in questa occasione abbiamo visto finalmente una novità:  un congruo numero di paesi europei, guidati dalla Germania,  in attesa dei risultati dell’inchiesta condotta dagli ispettori dell’Onu, si sono  schierati per una soluzione politica, di condanna di Assad, e  potrebbero stimolare Putin a cambiare idea, per gli interessi economici che ha finora saputo costruire con tutto il  continente.

Per la prima volta il Ministro degli esteri , Lady Achton, sempre molto timida, prudente, e inefficiente, ha parlato con una voce sola,  in nome di 13 paesi,  confortata dal loro appoggio.

Che cosa è mancato, finora nel Mediterraneo?

 Dopo le varie primavere arabe, in rivolta contro i dittatori locali, primavere  che ora purtroppo surgelano nel più crudele degli inverni, grazie al ritorno di una radicale intolleranza religiosa,  è mancata l’azione  tempestiva di un’Europa Federale, sul piano politico, economico e culturale, per poter  trasmettere  ai paesi dell’altra riva i nostri valori.

Le nostre posizioni su due popoli due Stati per favorire la nascita di uno Stato palestinese,  non hanno avuto risultati tangibili, e perfino Obama,   contrario agli insediamenti ebraici sul territorio palestinese ha difficoltà.

  II°

Gli americani sono intervenuti in Iraq prima, contro l’ex alleato Saddam Hussein,  poi in Libia,  contro Gheddafi, sostenendo anche l’azione dell’esercito e dei cittadini egiziani contro Mubarak. Anni di presenza bellica  con migliaia di morti, per garantire l’ estrazione  di petrolio nei migliori pozzi del Medio Oriente. Sono ora stufi di guerre. Se ne sono andati dall’Iraq, se ne andranno dall’Afganistan.

Ma ora la loro situazione energetica è cambiata: di petrolio ne hanno moltissimo e hanno anche promosso una grande campagna per le energie rinnovabili.

Quindi, senza apportare  alcun beneficio finanziario a sé stessi , una   loro opzione militare contro la Siria ci farebbe correre il rischio di una terza guerra mondiale, dal momento che Russia, Cina e Brik sono radicalmente contrari.

Le conseguenze più pesanti sarebbero quindi per noi europei,  che già dobbiamo fronteggiare l’arrivo di 2 milioni di siriani in fuga  dal loro paese, con conseguenze  immaginabili  se contro di noi venissero usati i gas e le armi chimiche, con i missili  di cui dispongono,  forniti dalla Russia.  Assad lo ha già promesso  ai Francesi, decisi a intervenire,  nella sua intervista al Figaro. Ne pagherebbero le conseguenze in modo pesante.

Quindi  gli americani stiano a casa loro, e non intervengano prima di aver ascoltato il rapporto degli ispettori Onu, come ha annunziato Karry,  per non delegittimare il loro faticoso lavoro.

 Negli USA  inoltre si contano 67 milioni di cattolici, che non  potrebbero non essere d’accordo con l’appello per la pace di Papa Francesco, anche se Obama ha promesso di non inviare  in Siria truppe di terra , ma solo di effettuare blitz militari mirati per ridurre la forza militare di Assad.( aereoporti, aerei militari, missili). Non è detto però che i fatti confermino le intenzioni, e che non ci possano essere sgradevoli effetti collaterali. Obama dovrebbe tener conto dell’ opinione dei  cittadini, che hanno già cominciato a manifestare   contro la guerra, e non è affatto sicuro che il Congresso  sarà d’accordo con l’opzione militare. Quindi discutere sulle scelte è positivo per la vita democratica.  Ma  la guerra si fa  per vendere meglio delle nuove  armi, come oggi ha ipotizzato papa Francesco?

III°  Conclusione:

Con i paesi dell’altra riva nel Mediterraneo dobbiamo parlare solo noi Europei, sbrigandoci a costruire   gli Stati Uniti d’Europa, facendola finita con quella degli Stati nazionali, col Consiglio Europeo, e con una Commissione, che  non assicura un governo indipendente, balbettando agli ordini della Germania.

Lo abbiamo detto tante volte quello  di cui abbiamo bisogno:

Di un Presidente europeo eletto da tutti i cittadini

Un governo esecutivo reale, al posto di una Commissione esautorata, con Ministri efficaci che parlino con una sola voce.

  Di un Parlamento a Strasburgo, affiancato da un Senato, che ora non c’è, e che rappresenti gli interessi nazionali.

 Di un ministero dell’Economia , in grado di reperire delle finanze, con  prelievi fiscali  omogenei in tutti i paesi, con un bilancio ricco, pari al 23% del PIL, per pagare anche i debiti sovrani dei paesi più deboli.

Un Ministero delle attività produttive che possa efficacemente agire per la crescita, e far fronte alla concorrenza in epoca globalizzata

Un Miniistero del lavoro per arginare seriamente la disoccupazione e favorire l’avvenire dei giovani.

Vogliamo che   dopo le  elezioni del 2014 l’Assemblea che uscirà dalle urne possa diventare un’Assemblea Costituente e dare all’Europa una nuova Costituzione, simile alla nostra, che è una delle migliorii sul continente. (Se  i francesi  nazionalisti hanno detto  in passato no,  ora invece  sarebbero ora favorevoli.)

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Solo un’Europa di questa fatta  sarà in grado di promuovere una politica di stabilità politica, economica e culturale nei paesi dell’altra riva del Mediterraneo e sul Medio Oriente.

Perché i paesi delle Primavere arabe hanno fame, molto più di noi, e questo li rende fragili rispetto all’intolleranza religiosa, alla quale si aggrappano per affermare la loro identità

Dopo aver rovesciato dittatori disumani e corrotti, che non avevano mantenuto nessuna delle promesse sul piano sociale e ed economico, i  governi usciti dalle urne  sono ora incapaci di garantire i diritti umani e sociali delle donne, per le quali  dovrebbero  creare scuola,  cultura formazione professionale e  lavoro.  Con la sharia rischiano di tornare al Medioevo.

In Egitto il grande errore dei Militari che hanno rovesciato Mubarak è stato di non aver cambiato la Costituzione prima di indire le nuove elezioni: e Morsi, forte della sua vittoria,  ha potuto favorire la regressione culturale e religiosa contro le quali si sono ribellati i laici della piazza Tahrir.

 Il paese rischia  ora la guerra civile, dopo le repressioni durissime e inaccettabili da parte dei militari.

  L’Egitto si è spaccato a metà, ed è ben lontano dall’aver risolto la crisi economica, giacché anche il turismo, una fonte rilevante di introiti, è bloccato.

 Nel Mediterraneo è  la nuova Europa che deve poter parlare, intervenendo, come ha già cominciato a fare la Germania,  con le energie  rinnovabili, per favorire in modo particolare i paesi deboli, che non possono contare sulle vendite del  petrolio. (Marocco, Tunisia, Libano ed Egitto), soprattutto  realizzando  grandi centrali di energia dinamica solare sulle loro  immense superfici desertiche.

 L’Europa potrebbe poi con speciali condotte trasportare al Nord questa energia, e  incidere su futuri sviluppi economici dei paesi nord africani favorendone   la crescita, creando posti di lavoro,   riducendo  il flusso emigratorio verso  di noi,   se non per  bisogni limitati di istruzione e formazione professionale. Sarebbero i nostri migliori clienti.

Solo così l’Europa potrà spingere Israele, che si sente molto minacciata dai propositi bellicosi dell’Iran e degli Hezbollah  in Libano, ad agire nei confronti dei Palestinesi con una politica equanime, cessando una buona volta di installare nuovi insediamenti sul territorio e restituendo loro  quelli del ’67.

Gli ebrei della Diaspora sarebbero favorevoli. A Bruxelles  è nata una nuova associazione,  E.C.O: ebrei contro l’occupazione.

Oggi, 9 settembre,  3 buone notizie:

a)Lavrov, Ministro degli esteri russo, d’accordo col Ministro degli esteri siriano,  ha proposto che la Siria con segni alla Comunità internazionale lo stock di gas di cui dispone.E poi  di indire una Conferenza di pace, Ginevra 2, per trattare tutti i problemi mediorientali. Papa Francesco ha fatto goal !

b) )Karry, segretario di Stato,  ha  approvato la proposta russa e ha  detto allora  che la rinuncia all’attacco sarà possibile  se Assad  agirà in modo leale e nel giro di una settimana.

c) Quirico, corrispondente della Stampa, è finalmente tornato in  Italia, dopo un’avventura in Siria durata 150 giorni. Forse è stato pagato un riscatto dal nostro M AE. Aveva cercato di fuggire 2 volte, ma è stato ripreso , e anche torturato e minacciato di morte. Ha anche detto che la rivoluzione laica di Aleppo contro Assad, che lui voleva raccontare, due anni fa,   è finita: e invece ce ne è un’altra, pericolosissima, guidata dai fondamentalisti islamici intransigenti a guida Al Khaeda.

 Il problema è: anche loro si sono impadroniti dei gas tossici? Li consegneranno o no?  Oggi la situazione è fuori controllo in Siria.

martedì 3 settembre 2013

Lettera a Massimo Cacciari - Ancora a proposito di Nicolò Machiavelli

Caro Cacciari,
ero sinceramente incuriosita di quanto lei, autorevole esponente di una  schiera di intellettuali in Italia, avrebbe scritto su Machiavelli,  nella nuova serie del Caffè Filosofico di Repubblica.
Me ne ero occupata rapidamente in una mia lettera a Scalfari, rispondendo a un suo editoriale su Machiavelli e machiavellismo. (Cfr il mio Blog , nel sito  Ecodellarete.net)
Ho letto il libricino che accompagna il DVD, e onestamente  il suo racconto espositivo  non   mi sembra  sia sufficientemente articolato, data la complessità del personaggio e del suo pensiero, che non è  propriamente filosofico  quanto invece  soprattutto politico, in un periodo dalla realtà effettuale pericolosa.
Nel 1492 muore Lorenzo il Magnifico e termina il miglior periodo della nostra storia nel quale, grazie alle sue qualità, era stato raggiunto un equilibrio pacifico fra i 5 Stati regionali ( Venezia, Genova, Napoli, Milano, e Stati Pontifici), spesso in conflitto fra loro.
Quando Carlo VIII°, dopo aver completato l’unificazione territoriale del paese, grazie al suo  matrimonio con Anna di Bretagna, scende in Italia per rivendicare i suoi diritti di discendenza a Napoli e a Milano, vince in battaglia Piero de’Medici, occupa Firenze, e scoppia in città una violenta rivolta popolare anti-medicea, la prima   dopo  il trionfo di Cosimo il Vecchio, al potere   fin dal 1434.
 Nel 1494  si riafferma così la Repubblica, grazie alla propaganda religiosa di Fra Girolamo Savonarola, molto critico  della dinastia corrotta e peccatrice,  fino alla  morte sul rogo nel 1498.
A partire da quest’anno la Repubblica ridiventa laica: a Machiavelli vengono affidate varie missioni diplomatiche, la prima delle quali in Romagna, nel 1502, alla corte di Cesare Borgia, il duca Valentino.
 Il suo comportamento politico  violento e criminale per rafforzare il proprio potere,  diventerà il punto di riferimento  per l’analisi machiavelliana  della “realtà effettuale” nella  era moderna . (“Descrizione del modo tenuto dal Duca Valentino nell’ammazzare Vitellozzo Vitelli, Oliverotto da Fermo, ecc.)
 Nel 1510 , dopo numerose missioni in Francia, Machiavelli . scriverà “Il ritratto delle cose di Francia”, sottolineando che ora “tutte le buone terre appartengono alla Corona e non più ai baroni.” Era stata realizzata l’unificazione del territorio nazionale, che invece  in Italia la Chiesa  rendeva impossibile.
E nel XXV° capitolo del Principe  avrebbe sottolineato  che il ruolo principale di un Sovrano è quello di ridurre il ruolo della fortuna al 50%: “io la somiglio ai fiumi rovinosi, che quando si adirano allagano , ruinano gli  alberi e gli edifici.  Non resta  che gli uomini, quando siano in tempi quieti, vi possano provvedere con ripari et argini, come è stato fatto in Francia, in Spagna, in Allemagna, mentre l’Italia è una campagna senza protezioni”.
Il suo racconto, caro Cacciari, è unilaterale, perché non parte dalla biografia dell’Autore del Principe, che nel 1512, col ritorno dei Medici e la fuga del Gonfaloniere Pier Capponi,  del quale era il braccio destro, dopo esserlo stato di Soderini, viene arrestato,imprigionato,  torturato alla corda, e mandato in esilio nel suo podere,  vicino a S.Casciano.
La sua drammatica lettera a Francesco Vettori illustra la sua crisi di intellettuale repubblicano, crisi   economica, psicologica ed esistenziale, per aver perduto ogni possibilità di lavoro, dopo aver ricoperto numerosi incarichi diplomatici  di gran prestigio e il ruolo di Segretario della Repubblica..  Crisi che non poteva essere risolta se non tentando di rendersi  di nuovo utile.
Quando nel 1513 inizia a scrivere “ De Principatibus”, nella  dedica a Lorenzo de’ Medici, nipote del Magnifico,  afferma  che l’opera viene redatta “per la sua esperienza delle cose moderne e per la continua lezione delle antigue”,   che  essa  dovrà contare soprattutto  per la “gravità del subietto”,  sperando che ”  La Magnificenza a cui si è rivolto voglia versare gli occhi in luoghi bassi, e possa conoscere quanto l’autore sopporti indegnamente una malignità di fortuna”.
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2)   Machiavelli e machiavellismo.
 Dopo i massacri della Notte di S.Bartolomeo, voluti da Caterina de’ Medici,  divenuta regina di Francia ,  furono gli Ugonotti a  parlare  del machiavellismo della sovrana cattolica, influenzata  dal Principe,  e Bodin,  interpretando il testo,  doveva teorizzare “la Ragion di Stato” come la necessità suprema  di azione dura, per  un governo assoluto.
 Ma nel Settecento, scomparsi i Borgia ,  e i Medici, i  nuovi filosofi illuministi dovevano seriamente rimettere in questione l’origine divina del potere,  con i suoi arbitri e i suoi crimini,  e quindi ricollocare il pensiero politico di Machiavelli sulla rotta giusta.
 Non solo con la voce Machiavellismo della Grande Encyclopédie, pare dovuta a Diderot,  ma  soprattutto J.Jacques Rousseau nel “Contratto sociale”  doveva  parlare del Principe come il libro dei repubblicani,  (G. Procacci, Introduzione al Principe, pag. 87, Feltrinelli 1960), seguito da Foscolo che nei Sepolcri scrisse di Machiavelli:
                                                   “ Quel grande, che
                                               temprando lo scettro ai regnatori
                                          gli allor ne sfronda ed alle genti svela
                                           di che lacrime grondi e di che sangue

                                                               ***
Il concetto di Stato in Machiavelli evolve, passando dal ruolo antropomorfico, Il Principe,  ad un’altra visione laica e liberale, che si afferma soprattutto nei “Discorsi sulla Deca di Tito Livio!”
 Un’opera iniziata nello stesso anno, 1513,  che è però frutto di una riflessione lunga e articolata, protraendosi  nel corso degli anni successivi.  Ma  non  venne  pubblicata dall’autore in vita, perché la considerava pericolosa. Apparve solo nel 1531.
 Il perché si può capire dalla dedica ai suoi amici, Cosimo Rucellai, che ospitava nei giardini  del suo palazzo le passeggiate dei repubblicani,  e soprattutto  a Zanobi Buondelmonti, che aveva organizzato nel 1522 addirittura una congiura anti medicea. Machiavelli  ringraziava i destinatari  per i molti benefici ricevuti, ed esprimeva una vera e propria auto-critica, in polemica con sé stesso:
 “Mi pare in quest’opera di essere uscito  a fare dell’uso comune  di coloro che sogliono sempre le loro opere a qualche principe indirizzare, e, accecati dall’ambizione e dall’avarizia, laudano quello, di tutte le virtuose qualitadi   quando da ogni   parte doverebbero biasimarlo.. Onde io , per non incorrere in quest’errore, ho eletti non quelli   che sono principi, ma quelli che per le infinite qualità meriterebbero di essere”
Come ho già scritto nella mia lettera a Scalfari, mi sembrano allora cruciali due elementi:
Confrontandosi con Cesare Borgia, con i  potentissimi  papi usciti dalla famiglia Medici,  Leone X° e Clemente VII° , Machiavelli non poteva che mettersi una maschera, e praticare “una dissimulazione onesta,” per ricuperare una funzione pubblica perduta,  e  uno status politico di primo piano . Era  anche il  suo modo di aggiornare , in base “alla realtà effettuale”, la nozione di  Stato in era  Moderna.
 Ma la sua vera natura era quella di un intellettuale  repubblicano, divenuto, per forza di cose e malgré lui, uno scrittore cortigiano.
Pubblicata solo  dopo la sua morte , la sua vera opera restano quindi  “ I Discorsi”, perché non aveva dimenticato i benefici delle “antigue  lettere”, la storia della Repubblica Romana, ancorando ad essa quella della Repubblica di Firenze. Il passato per capire il presente.
“Non c’è cosa necessaria a una collettività, partito, regno o repubblica, che quella di restituirle la reputazione che aveva ai  suoi inizi,  grazie  alla qualità delle istituzioni, degli individui,  non per effetto di un intervento straniero (come era accaduto a Firenze  nel 1494 con Carlo VIII°)
“ Un patto può essere passato fra lo Stato e i suoi cittadini” affinché un  capo non eserciti il proprio potere in modo arbitrario e incontrollato. E cita a questo proposito l’esempio delle leggi costituzionali promulgate dalla  Monarchia in Francia, sottolineando il ruolo di tutela dei cittadini esercitato dal Parlamento.
Infatti nel 1512,  quando era ancora il Segretario Fiorentino, nel suo Discursus  ai Medici, aveva proposto di creare, accanto al Gran Consiglio , un altro ristretto di 64 membri, utile per come dosare nelle leggi e nelle Istituzioni dello Stato le due forze opposte: i Grandi e il popolo.
“I primi tendono a dominare gli altri, mentre il popolo rifiuta di essere dominato e schiacciato”.
Il compito primordiale del legislatore consiste  dunque nell’assicurare un’espressione politica equilibrata. E una delle condizioni per fare questo è  che in un paese possa permanere  la lotta di classe: il conflitto economico e politico assicura la guardia della libertà e la durevolezza della Repubblica.
Contro Tito Livio, Machiavelli propugna dunque  un ordine nuovo, libero e popolare, un piano di dinamica sociale, per istituzionalizzare le opposizioni ( Il senato e i tribuni) , rendendo legali i conflitti.

Conclusione:
Perché  ci interessiamo tanto al pensiero di Machiavelli e in che cosa ci pare legato alla nostra attualità?
Non mi pare che egli sia una filosofo utopista, come lo sono stati Moro e Erasmo. La sua è una ricerca politica, di un repubblicano che ama la sua città, e ne rifiuta la crisi.  Sono proposte  scritte quando si poteva ancora operare, e non avevano ancora vinto né la Francia né la Spagna (prima della sconfitta a Pavia di Francesco I°. nel 1525°), proposte che mirano a formare dei cittadini che vogliono costituirsi in Stato, in un’operazione di lungo respiro.
Mi  sembra  quindi molto attuale  la sua  idea     di     istituzionalizzare la lotta di classe, e  trova il suo riscontro odierno  nella richiesta di Landini,  che, contro Marchionne, chiede al governo   una nuova legge sulla rappresentanza di  tutti  i sindacati  (legge che ancora non c’è, ) e  un suo energico  intervento  contro la volontà della Fiat di andare a produrre all’estero, per punire sindacati  indipendenti, malgrado i capitali pubblici ricevuti.
B)
 La necessità di difendere la Costituzione del ’48, nata nella Repubblica ai suoi inizi, per merito dei Padri Costituenti, cioè  gli uomini migliori,  vincitori della lotta contro il fascismo.  ( Per salvaguardarla si stanno raccogliendo mezzo milione di firme.)
C )
La decadenza  di un finto Principe, condannato in via definitiva, dopo 3 gradi di giudizio, perché frodando il fisco, si è appropriato di soldi pubblici.  Così  del resto aveva fatto Lorenzo il Magnifico, sottraendo all’erario fiorentino i soldi per la dote alle ragazze povere, per poter saldare il buco di bilancio alla filiale di Lione  della Banca medicea.  Per questo il pittore Pietro di Cosimo, repubblicano, lo aveva chiamato il Magnifico Merda.
 Che la Giunta  al Senato decida la decadenza,  come prescrive la legge Severino, già applicata per altri, dopo avergli consentito di difendersi.
D)
Occorre d’urgenza una nuova legge elettorale,  analoga a quella esistente per i Sindaci,  con un ballottaggio a doppio  turno,  grazie alla  quale si capisca alla fine chi ha vinto e chi ha perso. Con un premio di maggioranza a chi ottiene almeno il 40% dei voti.
 Necessaria per dare stabilità  al paese, con  un nuovo Parlamento di 2 forze, una di centro-destra,  che tuteli  gli interessi degli abbienti  (ma non guidata da un capo pregiudicato) , e una di centro- sinistra  che possa  salvaguardare i nostri interessi di cittadini , soprattutto sul piano  fiscale,  e  assicurare  l’avvenire dei giovani.
 Come Machiavelli amiamo il nostro paese e rifiutiamo la sua crisi economica, sociale,  politica,  culturale e morale, per poter stare degnamente in Europa.